Cookie Consent by Free Privacy Policy website Picasso metamorfico
giugno 28, 2023 - Galleria Nazionale

Picasso metamorfico

Opere dal Museo Casa Natal #picasso — Málaga

a cura di Fernando Castro Flórez

Sala Via Gramsci
28 giugno — 5 novembre 2023

Preview stampa
28 giugno, ore 11.00
Inaugurazione
28 giugno, ore 19.00 — 21.00

Nel 50° anniversario della morte di #pablopicasso e a 70 anni dalla sua grande #mostra del 1953, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea celebra il grande maestro, impareggiabile figura dell’arte del ‘900, con un’importante #mostra a cura di #fernandocastroflorez che espone una selezione di 300 opere tra disegni e incisioni provenienti dal #museocasanatalpicassodimalaga

Un’operazione culturale particolarmente significativa, anche su un piano simbolico, considerando la consistenza di questo prestito dalla Spagna che offre al pubblico italiano un’occasione unica di incontro con l’opera di #picasso, tra le iniziative realizzate in questa ricorrenza a livello internazionale.Con queste parole la Direttrice #cristianacollu annuncia la #mostra: “La metafora della metamorfosi è un concetto articolato, ampio, profondo e molto potente per descrivere e rappresentare i processi di trasformazione, cambiamento e crescita. Letteralmente il termine si riferisce a una trasformazione fisica, visibile e tangibile di un processo circolare di continua rinascita e reinvenzione. Lo stesso avviene con i processi creativi di cui #picasso è un caso emblematico. Spirito inquieto e curioso, con il suo sguardo onnivoro e inclusivo, non ha solo inventato e reinventato linguaggi ma anche se stesso in questa dinamica e in modo così esemplare da rimanere identico, comunque riconoscibile nelle sperimentazioni e interpretazioni del suo stesso stile”

Queste le parole del curatore #fernandocastroflorez: “Picasso è stato senza dubbio uno dei più brillanti artisti di grafica della storia dell’arte. La sua impressionante carriera artistica comprendeva una serie di incisioni in cui catturava le sue ossessioni: i ritratti di donne, l’incontro appassionato tra il pittore e la modella e la storia della pittura stessa. Questa #mostra, realizzata con magnifiche opere della collezione del #museocasanatalpicassodimalaga, offre allo spettatore l’opportunità di riscoprire un artista metamorfico che ha tracciato, con straordinaria energia, una linea sinuosa che compone un inesauribile autoritratto”.

Il coinvolgimento delle rappresentanze istituzionali spagnole accompagna e supporta la #mostra: insieme al #museocasanatalpicassodimalaga, sono presenti l’Ambasciata di Spagna in Italia e l’Accademia di Spagna a #roma con l’Ente Spagnolo del Turismo a #roma. Le parole dell’Ambasciatore di Spagna a #roma S.E. #miguelangelfernandezpalaciosmartinez: “In qualità di Ambasciatore di Spagna, mi sento particolarmente coinvolto da questo progetto espositivo, #picasso metamorphico, fortemente voluto da #cristianacollu, Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, con il contributo essenziale del Museo Casa Natal #picasso, curato da #fernandocastroflorez e patrocinato da questa Ambasciata. Questa #mostra si aggiunge al calendario commemorativo, celebrato in tutto il mondo, del cinquantesimo anniversario della morte di Pablo R. #picasso, ma svolgendosi a #roma si ricollega anche alla singolare coincidenza del settantesimo anniversario della grande #mostra del 1953, proprio alla Galleria Nazionale. Quella #mostra fu un punto di svolta nella storia dell’arte contemporanea in Italia. Per tutti questi motivi, l’Ambasciata di Spagna sostiene questa importante attività per commemorare
l’artista universale di Malaga, Pablo Picasso”.

La dichiarazione di Direttrice dell’Accademia di Spagna a #roma #angelesalbertdeleon: “Ancora una volta l’Accademia di Spagna a #roma è al fianco della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, rinforzando i legami con una delle istituzioni di riferimento nell’ambito dell’arte contemporanea in Italia. L’Accademia aderisce alla celebrazione del “Año Picasso” con la certezza di scoprire attraverso questa #mostra una prospettiva diversa dalla quale avvicinarsi al lavoro artistico di #pablopicasso. L’artista non ha mai fatto parte dei borsisti dell’Accademia di Spagna, è di grande interesse l’indagine e la scoperta dei legami che potrebbe aver intrecciato con l’ambiente artistico della città durante l’epoca del suo soggiorno qui. #picasso è stato fonte di ispirazione anche per tanti dei nostri borsisti nel corso degli anni, come ad esempio per Rogelio López Cuenca, artista e Premio Nazionale che ha inoltre condotto una reinterpretazione dell’opera del celebre pittore malagueño, e del quale abbiamo presentato proprio alla Galleria Nazionale il catalogo della #mostra l’inverno scorso”.

La #mostra è stata realizzata interamente con il #museocasanatalpicassodimalaga. Sono partner istituzionali l’Ambasciata di Spagna in Italia, l’Accademia di Spagna a #roma, l’Ente Spagnolo del Turismo a #roma e l’Instituto Cervantes.

Picasso metamorfico. La mostra
L’opera grafica di #picasso riveste un’enorme importanza all’interno di tutta la sua produzione artistica. Dalla serie delle Suite Vollard alle incisioni realizzate alla fine della sua vita, un vero e proprio ciclo frenetico in cui rivisita tutto il suo immaginario, dal tema centrale del “pittore e
della modella” alla riconsiderazione della storia dell’arte (in una riproposizione, dalla personale prospettiva, delle influenze di Raffaello, Rembrandt, Velázquez, Degas o Manet), introducendo elementi umoristici che scivolano talvolta nel grottesco. 

La #mostra, proprio in virtù del considerevole numero di opere esposte realizzate in diversi periodi della sua attività, che vanno dal 1905 al 1972, offre una rassegna completa dell’immaginario picassiano, e consente di riscoprire opere di eccezionale interesse. 

“Il nome di #picasso incarna da solo l’espressione di un nuovo pensiero nel campo dell’estetica”: Duchamp (1943), proprio l’ironico artista che ebbe l’audacia di mettere un orinatoio su un piedistallo (firmato da uno pseudonimo), riteneva che il principale contributo di #picasso fosse quello di essere partito da zero e di aver saputo mantenere, in ogni momento della sua lunga carriera artistica, una freschezza invidiabile. “Picasso” - aggiunge Duchamp - “in ognuno dei
suoi stili, ha sottolineato l’intenzione di liberarsi dalle conquiste precedenti. Una delle differenze più importanti tra #picasso e la maggior parte dei suoi contemporanei è che, fino ad oggi, non ha mai mostrato alcun segno di debolezza o di ripetizione nel suo flusso ininterrotto di capolavori”. #picasso, vero e proprio mito moderno, punto di riferimento per le avanguardie, finì per essere “contemporaneo” ai cambiamenti dell’arte avvenuti dopo la Seconda guerra mondiale. Mentre continuava a sviluppare il suo rapporto appassionato con la pittura, senza mai rinunciare alla sua presenza figurativa, emersero proposte estetiche come l’espressionismo astratto e l’informalismo, l’arte pop e ottico-cinetica, il minimalismo e il concettualismo, la land art e l’happeging. 

Picasso continua a sedimentare le sue passioni nelle sue opere, evitando il destino fatale di Frenhofer, (personaggio di un racconto di Balzac da lui illustrato). Ogni tratto dei suoi dipinti, ogni linea delle sue incisioni, è eseguito con determinazione e urgenza, in una lotta appassionata con il
destino fatale, aggrappandosi a una carne che, per #picasso, non è mai stata “triste”. #picasso è un artista metamorfico che ha saputo modulare le sue “ossessioni”, cercando, per usare il titolo della sua opera, di prendere il desiderio per la coda. (Fernando Castro Flórez)

Tra le incisioni più datate di questa parabola troviamo in #mostra opere come Salomè o La danza barbara, eseguite a punta secca nel 1905 a Parigi, in una fase del suo percorso – tra il 1904 e il 1905 – in cui riprende in mano con decisione la tecnica calcografica dopo i primi lavori giovanili, ancora diciottenne. Un gruppo di 29 acqueforti appartiene alle illustrazioni delle Metamorfosi di Ovidio (1930-31), mentre è ben rappresentato anche il lavoro di illustrazione per Il capolavoro sconosciuto di Balzac, con 8 acqueforti (1927-31) dove emerge il tema dell’artista in relazione con il proprio lavoro.

Di notevole interesse le due incisioni dal titolo Sueño y mentira de Franco (lastra I e II) che rielaborano il dramma della guerra civile spagnola.
Picasso affida assai spesso all’incisione le raffigurazioni di donne, che ripropone con innumerevoli variazioni, come ad esempio il ritratto di Francoise Gilot, le Dos mujeres desnudas (1945) e la figura di Jaqueline Roque (1958). 

Le litografie accolgono il colore nella serie di illustrazioni per la raccolta poetica composta da Paul Reverdy (1948), anticipando la pratica che verrà ripresa in seguito a Vallauris e a Cannes. Il disegno si fa essenziale in opere come quelle del ciclo delle 34 incisioni a bulino legate alla novella Carmen di Prosper Mérimée, all’origine dell’omonima opera lirica (1948); una trentina di incisioni appartengono al libro di poesie illustrato Corps perdu, nato da una collaborazione con il poeta Cesar Aimé (1949). Ancora, le illustrazioni per i volumi Vingt Poëmes de Gongora (1948); Max Jacob et #pablopicasso. Chronique des temps Héroïques (1956); Jean Cocteau: #picasso de 1916 à 1961 – per citare solo alcune opere illustrate tra le tante esposte - . Si inseriscono nel percorso anche i ritratti di personalità come Gongora, Max Jacob, Balzac o Tolstoj.

Esporre un’ampia selezione di incisioni di #pablopicasso che fanno parte della collezione della Casa Natale di Malaga ci porta anche a riconsiderare i “modelli del desiderio” di #picasso, la sua imponente determinazione a non piegarsi ai venti dell’”attualità”. Come ha sottolineato Brigitte Baer, voce autrevole dell’opera grafica picassiana, la serie di incisioni realizzate tra il 16 marzo e il 5 ottobre del 1968 deve essere affrontata “con uno spirito aperto alla gioia, allo scherzo, alla presa in giro, all’umorismo, al buonumore e al piacere: piacere di vedere, di ridere, di divertirsi. Uno striscione con lo slogan “Basta scherzi!” dovrebbe essere appeso all’ingresso della mostra”. Indubbiamente, questo invito al divertimento (nonostante tutto) è necessario per comprendere il “modello di desiderio” che pulsava nel proteiforme immaginario di #picasso sin dagli anni della rebeldía juvenil. 


Pablo #picasso. La #mostra del 1953 alla Galleria Nazionale

“La Galleria Nazionale riporta a #roma l’opera di un artista che vi tenne una #mostra cruciale nel 1953. Il contesto storico in cui si svolse quella #mostra è molto diverso da quello odierno, anche se forse lo sguardo ossessivo e allo stesso tempo metamorfico di #picasso ci permette di modulare i nostri desideri e di capire di cosa abbiamo bisogno”. (Fernando Castro Flórez) Realizzare una #mostra su #picasso oggi, nel 2023, rende imprescindibile un focus sulla #mostra che la Galleria Nazionale dedicò all’artista nel 1953, attraverso un percorso con preziosi materiali d’archivio. La grande retrospettiva fu realizzata in un periodo in cui l’influenza di #picasso in Europa e nel mondo era alla sua massima espansione, riflettendosi sulla cultura non solamente artistica, sancendo l’apice del suo riconoscimento in Italia. A differenza che negli altri paesi, in cui si rilevava la grandezza dell’artista per il suo percorso dagli esordi al Surrealismo degli anni Trenta, il #picasso al quale si guardava come punto di riferimento assoluto nel nostro paese era in particolare quello degli ultimi anni della seconda guerra mondiale e degli anni successivi, in virtù dei valori morali riconosciuti alla sua opera, tra denuncia coraggiosa delle lacerazioni della guerra e recupero degli ideali di pace. La #mostra, curata da Lionello Venturi con la soprintendenza di Palma Bucarelli e il sostegno delle moltissime personalità di spicco di ogni ambito della cultura che ne andarono a formare il Comitato nazionale (insieme al Comitato d’onore che riuniva le figure della politica), rimane un momento di importanza cruciale per la presenza dell’artista, che ha scelto personalmente le opere da esporre, presentando una parte cospicua di opere inedite mai esposte prima. Le opere del periodo cubista aprivano un percorso espositivo che, attraverso 136 dipinti (rappresentanti dei periodi ascrivibili al Neoclassicismo e al Neoromanticismo picassiani, nature morte e soggetti femminili, paesaggi e ritratti di familiari, grandi tele come La Guerra e La Pace), 32 sculture, 40 ceramiche e 40 opere di grafica – diverse di queste le ritroviamo oggi in #picasso metamorfico –, offrivano un’occasione straordinaria di conoscenza dell’opera del Maestro, per qualità e ricchezza, visto ancora oggi come l’evento di carattere culturale più importante del dopoguerra.
Nel 1998, #picasso torna ad essere esposto alla Galleria Nazionale con la #mostra dal titolo #picasso 1937-1953. Gli anni dell’apogeo in Italia, una ripresa e un approfondimento su quella stagione, a cura di Bruno Mantura, Anna Mattirolo e Anna Villari, con la direzione di Alessandra Pinto.


Picasso e l’incisione

Il rapporto di #picasso con l’incisione fu molto intenso, si potrebbe definire appassionato, data la sua fedeltà ad una tecnica che egli meditò, approfondì e sperimentò come pochi maestri nella storia dell’arte. I suoi lavori di grafica testimoniano i sentimenti e le idee maturati nel tempo. Il soggetto utilizzato segue spesso uno sviluppo autonomo, sganciato dalle altre tecniche, che lo rappresenta più volte secondo diverse sfaccettature e caratteristiche; in alcuni casi, un soggetto può fare la sua comparsa prima in un’incisione che in un dipinto o in un disegno, come ad esempio il tema del Minotauro. Seguendo le diverse fasi stilistiche del suo percorso, le incisioni possono essere classificate in base alle tecniche preferite di volta in volta. L’acquaforte e la puntasecca sono utilizzate nel suo primo periodo come incisore, come nell’opera El Zurdo o nei Saltimbanchi del 1904, tra le prime incisioni. Sempre nel 1904, realizza il grande capolavoro La Comida frugal (Il pasto frugale), seguendo le brevi istruzioni del suo amico catalano Ricardo Canals, che gli permettono di produrre quest’opera. A questi anni risalgono anche le rarissime xilografie e i primi monotipi di #picasso. Due anni dopo la realizzazione de Les Demoiselles
d’Avignon, nel 1909, #picasso realizza la sua prima incisione cubista, nel ciclo di illustrazioni dei libri Saint Matorel e Le Siège de Jèrusalem, entrambi di Max Jacob. È negli anni Venti che #picasso sperimenta e lavora maggiormente sull’incisione. A questo periodo risalgono le illustrazioni di opere di Balzac (Il capolavoro sconosciuto) e di Ovidio (Le metamorfosi). La sua opera maggiore, la Suite Vollard, formata da un centinaio di incisioni commissionate dal
mercante e mecenate Ambroise Vollard e realizzate tra il 1930 e il 1937, stampate nell’atelier calcografico di Lacourière a Parigi, ha come tema principale il lavoro dello scultore, la sua bottega e il suo modello. Qui il pittore applica un contorno morbido e magistralmente modellato. Negli anni Trenta il mito del Minotauro (un mostro con il corpo di uomo e la testa di toro) occupa un posto molto importante nell’opera di #picasso. Del 1935 è Minotauromaquia, considerata una delle opere più importanti del XX secolo. Nel 1937, sulla scia di Guernica, realizza l’acquaforte Sueño y mentira de Franco, in cui la figura del generale è raffigurata in una veste ironicamente caricaturale. Sebbene avesse già sperimentato la tecnica litografica in alcune occasioni, è dopo la seconda
guerra mondiale che la approfondisce nell’atelier di Mourlot, sia su zinco che su pietra, inserendo un elemento per lui nuovo nell’incisione: il colore. Una delle opere litografiche più note di #picasso, La Paloma de la paz (La colomba della pace), ornava il manifesto del Congresso mondiale della pace del 1949 a Parigi. Quando si trasferì da Parigi al sud della Francia, conobbe il tipografo Arnéra a Vallauris, che lo introdusse all’incisione su linoleum, in cui utilizzava il colore sovrapponendolo alla stessa matrice, con la creazione di numerose stampe. Quando #picasso lasciò Parigi, fece allestire un laboratorio di incisione in ciascuna delle sue case, prima con l’aiuto di Jacques Frelaut e, dal 1963, dei fratelli Crommelinck. Negli ultimi anni dellasua vita, la produzione di incisioni aumentò enormemente: in questo periodo realizzò una serie di 347 incisioni, 66 delle quali destinate a illustrare La Celestina, opera letteraria del 1499 attribuita a Fernando de Rojas. Predominano i temi erotici, anche se #picasso presta attenzione alle varianti sul tema del pittore e della modella. Il numero e la qualità delle incisioni di #picasso rimangono una parte fondamentale della sua opera.

Note biografiche dell’artista

Pablo Ruiz #picasso nasce il 25 ottobre 1881 a Malaga, in Spagna. Il padre José Ruiz Blasco, insegnante di disegno e curatore del Museo di Malaga, proviene da una famiglia medio borghese ed è il primo a trasmettere al giovane Pablo il gusto per la pittura. All’età di 10 anni si trasferisce con l’intera famiglia a La Coruña, in seguito della chiusura del museo di Malaga, e dal 1892 frequenta un corso di disegno presso le Beaux-Arts di Corogne, progredendo
nella tecnica artistica e sfruttando nuovi mezzi espressivi come il pastello o la matita. Dal 1895 vive tra Madrid e Barcellona dove frequenta la taverna “Els Quatre Gats”, punto di ritrovo dell’avanguardia spagnola, per poi iscriversi alla Real Academia de San Fernando a Madrid, nel 1897. Gli anni successivi saranno segnati dalla riflessione sulle opere d’arte presenti nel Museo del Prado in cui Pablo si reca assiduamente, studiando e copiando i capolavori dei grandi maestri, fino al suo trasferimento a Parigi, nell’atelier del Bateau-Lavoir conosce il poeta Max Jacob e il mercante d’arte e mecenate Ambroise Vollard.
Nel 1901 si verifica un dramma importante nella vita dell’artista. L’amico Casagema si toglie la vita con un colpo di pistola in seguito alla dolorosa fine di una storia d’amore sfociata in depressione. Le povere condizioni in cui vive e la morte di una figura importante annientano il suo animo e lo
portano a realizzare una serie di dipinti in cui predomina il blu, colore associato a una profonda malinconia esistenziale. Solo dopo il suo trasferimento a Montmartre, l’artista entra in contatto con creativi e poeti come André Salmon e Guillaume Apollinaire con cui frequeta il circo Médrano e le compagnie teatrali parigine, assistendo a spettacoli di artisti di strada e acrobati. Gradualmente i soggetti si evolvono, le figure dell’attore travestito e dell’acrobata malinconico diventano molto presenti nelle sue rappresentazioni e i colori virano verso una palette fortemente legata ai toni del rosa. A questa fase segue un periodo decisivo per il suo approccio pittorico, segnato dalla riflessione sull’arte di Cézanne, a cui si aggiungono le suggestioni dell’arte iberica di Gósol.
La successiva collaborazione e l’amicizia tra #pablopicasso e Georges Braque da vita al nuovo linguaggio cubista e nel 1907 #picasso crea Les Demoiselles d’Avignon. Alla prima stagione di questo nuovo stile, monocroma e analitica, subentra il passaggio al cubismo sintetico con il quale si tende alla ricostruzione dell’oggetto. È la prima guerra mondiale, nel 1914, a interrompere brutalmente l’ascesa del cubismo ed in questa fase l’artista, rimasto a Parigi, conosce Jean Cocteau con cui ha inizio una profiqua collaborazione. Sempre in questo periodo #picasso incontra Olga Kokhlova, una ballerina russa con cui ha dato alla luce il suo primo figlio: Paulo. Negli anni, #picasso non smette mai di rinnovare la sua rappresentazione della realtà e dal 1924
tende gradualmente verso un’arte ascrivibile al surrelismo. Rientrato in Spagna per un breve periodo, lascia il paese agli albori della Guerra Civile e quando
viene incaricato dal governo di realizzare un’opera che rappresenti la Seconda Repubblica Spagnola, all’Esposizione Universale di Parigi del 1937, denuncia gli orrori della guerra con l’enorme tela Guernica.
La fama di #picasso è ormai consolidata; nel 1939 il MOMA di New York organizza la grande #mostra #picasso: Forty Years of his Art consacrando la sua #arte oltreoceano.
Durante la Seconda Guerra Mondiale rimane a vivere e a lavorare in Francia e nel novembre 1944, dopo la Liberazione di Parigi, il Salon d’Automne gli dedica una retrospettiva.
Nel 1961 l’artista acquista una fattoria, Notre-Dame-de-Vie.
Questa nuova residenza sarà uno dei suoi ultimi laboratori e la sua ultima abitazione dove vive un
periodo abbastanza solitario, incentrato sulla creazione di opere d’arte fino al 1965, anno in cui subisce un’operazione allo stomaco che comporta un anno di convalescenza.
Nonostante la sua età avanzata, #picasso non ha difficoltà a tornare al lavoro, anzi vi impiega tutte le sue energie dando alla luce una cospiqua serie di opere d’arte.
Quest’ultimo periodo si conclude con la morte del maestro spagnolo, l’8 aprile 1973, a Mougins.

Il Museo della Casa Natale #picasso di Malaga

Il Museo Casa Natale #picasso di Malaga, diretto da José María Luna Aguilar, nasce con lo scopo di studiare e promuovere l’opera e la figura dell’artista spagnolo. La casa natale di Pablo  #picasso, situata in Plaza de la Merced a Malaga, è stata dichiarata Monumento storico-artistico di interesse nazionale il 25 marzo 1983. Il museo viene fondato successivamente, il 26 febbraio 1988, con una sessione plenaria del Consiglio Comunale di Malaga che dà vita ad un ente municipale autonomo dal nome Fondazione Pablo Ruiz #picasso. Nel 1991 il Ministero della Cultura spagnolo integra il museo nel Sistema Museale Spagnolo, per essere poi incluso nel registro dei Musei dell’Andalusia nel 2013. Originariamente limitato al primo piano dell’edificio, le sale del Museo Casa Natal #picasso sono state in un secondo momento estese agli spazi ulteriori dell’edificio, completamente ristrutturato: la fine dei lavori è stata poi salutata da una cerimonia di #inaugurazione alla presenza del Re e ldela Regina di Spagna il 22 giugno 1998. Con l’adeguamento al nuovo quadro giuridico, nonché per l’estensione delle sue attribuzioni, dal 2014 la Fondazione #picasso è un’Agenzia Pubblica Amministrativa Locale, con il nome di Agenzia
Pubblica per la Gestione della Casa Natale di Pablo Ruiz #picasso e di altri Musei e Strutture Culturali come il Centre Pompidou Malaga e la Collezione del Museo Russo di San Pietroburgo/ Malaga.
Fin dalle sue origini, il Museo Casa Natal #picasso ha raccolto un patrimonio di circa 7.000 opere d’arte di oltre 200 artisti diversi, classificate in 14 collezioni.
La prima importante acquisizione è stata la cartella di incisioni Sueño y mentira di Franco, donata nel 1989, seguita nel 1992 dalla donazione di dieci libri illustrati appartenuti a Marina e Christine Ruiz-Picasso.
Tra i pezzi conservati, il taccuino dei disegni preparatori di #picasso per l’opera Las señoritas de Aviñón del 1907, l’unico del suo genere presente nelle collezioni spagnole, di un valore simbolico e artistico eccezionale. A questi 84 disegni si aggiunge un’importante collezione di opere grafiche di
Picasso, che coprono i periodi estetici compresi tra il 1905 e il 1971 e documentano l’utilizzo di varie tecniche come l’acquaforte, la linoleografia e la puntasecca. La collezione di incisioni e litografie è composta da 259 opere prodotte tra il 1930 e il 1964, che costituiscono il secondo gruppo più
importante al mondo. Il nucleo principale è costituito dalla Collezione Jan Lohn, acquisita nel 2004, che comprende 223 opere raccolte da un collezionista tedesco.Vi è inoltre un’importante collezione di 55 libri illustrati da #picasso e da altri artisti come Miró, Chagall e Max Ernst, per un totale di 547 stampe, di cui 465 dallo stesso #picasso, con un’ampia varietà di tecniche e iconografie. L’esposizione presenta anche una selezione di 35 pezzi di ceramica, rappresentativi della produzione di #picasso, creati tra il 1947 e il 1969.

Grazie agli scambi con altre istituzioni, la Casa Natal possiede numerose opere in deposito temporaneo, tra cui la cartella di incisioni Suite de los Saltimbanquis di #picasso, in prestito dalla Fundación Málaga.
Completano il patrimonio una selezione di fotografie originali di Juan Gyenes che riflettono gli ultimi decenni di vita dell’artista; il lascito di sculture di Frank Rebajes; una collezione di dipinti e sculture di artisti contemporanei dagli anni Cinquanta a oggi; più di 2.000 pezzi di #arte grafica di artisti contemporanei nazionali e internazionali, come Joan Miró, Francis Bacon, Antoni Tàpies ed Eduardo Chillida, tra i molti.