Cookie Consent by Free Privacy Policy website Siccità: Coldiretti, piani emergenza regioni per 50% agricoltura italiana colpite 270mila imprese agricole, 79% grano, 90% mais e 69% mucche
luglio 04, 2022 - Coldiretti

Siccità: Coldiretti, piani emergenza regioni per 50% agricoltura italiana colpite 270mila imprese agricole, 79% grano, 90% mais e 69% mucche

I piani di #emergenza contro la #siccita sono importanti per salvare le 270mila imprese agricole che si trovano nelle sei regioni che hanno già presentato piani di #emergenza, che rappresentano da sole quasi la metà (49%) del valore dell’agricoltura italiana. E’ quanto afferma la #coldiretti in riferimento ai provvedimenti regionali sulla crisi idrica in vista del decreto del governo annunciato dal premier Mario Draghi.

In #piemonte, #lombardia, #veneto, #friuliveneziagiulia, #emiliaromagna e #lazio si producono il 79% del grano tenero per fare il pane, il 90% mais per l’alimentazione degli animali, il 97% del riso, ma si allevano anche il 69% delle mucche e l’88% dei maiali, secondo l’analisi #coldiretti su dati Istat.

Un capitale dell’agroalimentare Made in Italy che rischia di sparire sotto i colpi della #siccita, con i danni che hanno già superato i tre miliardi di euro, secondo #coldiretti

Il dimezzamento delle piogge nel 2022 ha avuto un impatto devastante sulle produzioni nazionali che fanno segnare cali del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle con le mucche stressate dal caldo afoso, del 30% per il frumento duro per la pasta nelle regioni del sud che – sottolinea la #coldiretti – sono il granaio d’Italia. In diminuzione di oltre 1/5 le produzioni di frumento tenero, ma crollano del 30% pure la produzione di riso, del 15% quella della frutta ustionata da temperature di 40 gradi, e del 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po, dove – evidenzia la #coldiretti – si allargano le zone di “acqua morta”, assalti di insetti e cavallette che solo in Sardegna hanno già devastato quasi 40mila ettari di campi.

Una situazione drammatica di cui il simbolo è proprio il più grande fiume italiano. Con i livelli ai minimi da settant’anni e la risalita del cuneo salino che minaccia le colture, il Po è praticamente irriconoscibile – evidenzia #coldiretti –, una grande distesa di sabbia che occupa la gran parte del letto del fiume, mentre i grandi laghi del nord che servono come riserve di acqua per le popolazioni e l’agricoltura sono ancora ai minimi, con il Maggiore pieno solo al 34% e quello di Como sceso a poco più del 7% con una tendenza al calo dei livelli che riguarda anche il Garda che resiste a poco più del 50% di riempimento. La conseguenza è che più di ¼ del territorio nazionale (28%) è a rischio desertificazione e #siccita.

“Con l’Italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana (circa 270 miliardi di metri cubi) serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione – sottolinea il presidente della #coldiretti #ettoreprandini -. Con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, abbiamo elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia. Si tratta di 6mila invasi aziendali e 4mila consortili da realizzare entro il 2030 multifunzionali ed integrati nei territori perlopiù collinari o di pianura. Ma per fare ciò è necessario che la questione sia trattata per quella che è, cioè una vera e propria #emergenza nazionale – conclude Prandini –, velocizzando le autorizzazioni burocratiche come fatto, ad esempio, per il caso del Ponte Morandi a #genova. Solo in questo caso sarà possibile dare una risposta concreta alla sofferenza di imprese e cittadini.

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