Cookie Consent by Free Privacy Policy website "Eternal Rhythm" - Liszt, Dorman e Wagner con Simone Rubino e John Axelrod
gennaio 16, 2020 - laVerdi

"Eternal Rhythm" - Liszt, Dorman e Wagner con Simone Rubino e John Axelrod

Due ospiti illustri all’Auditorium di Milano per il #concerto di venerdì 7 febbraio (ore 20.00) e domenica 9 febbraio (ore 16.00): il direttore d’orchestra di fama internazionale John Axelrod e il virtuoso delle percussioni Simone Rubino, impegnati, insieme all’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, in un programma che spazia dal Romanticismo ai giorni nostri: l’Orpheus, il quarto dei dodici poemi sinfonici composti daFranz Liszt eseguito per la prima volta il 16 febbraio del 1854 ed ispirato alla figura di Orfeo delineata dal filosofo Pierre-Simon Ballanche in Orphée nel 1829; la suite orchestrale tratta dal Tristano e Isotta di Richard Wagner, un compendio delle parti strumentali della leggendaria opera che il genio di Bayreuth compose tra il 1857 e il 1859, cambiando la storia della #musica; e Eternal Rhythm, da cui prende il nome l’appuntamento, una composizione per percussionista solista e orchestra di Avner Dorman, compositore israeliano classe 1975 la cui #musica utilizza una gamma ritmica estremamente varia e complessa. Con questa composizione si misurerà il suo dedicatario, il solista Simone Rubino, percussionista brillantemente lanciato nel concertismo mondiale, il cui obiettivo, collaborando con numerosi compositori contemporanei, è da sempre quello di ampliare il repertorio esistente per percussioni e orchestra. Una gioia per i compositori poter destinare a uno strumentista del genere i propri lavori. Di lui ha scritto la Neue Zürcher Zeitung: “Il modo in cui gestisce, maneggia, suona e accarezza i vari strumenti a percussione dell’orchestra dà l’impressione che Simone Rubino sia in grado di ottenere ogni sfumatura timbrica immaginabile”. Una padronanza tecnica assoluta che giustifica senz’altro il fatto che in Eternal Rhythm Rubino debba suonare crotali, glockenspiel, marimba, vibrafono, timpani, tom-tom, lattine e campanacci (oltre a intonare con la voce un testo ebraico dell’XI Secolo). Insomma, una celebrazione dell’enorme gamma timbrica ottenibile dagli strumenti a percussione, nonché un vero e proprio excursus nelle possibilità ritmiche che stanno alla base della #musica.

Torna a dirigere l’orchestra il Maestro John Axelrod,che dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi è stato in passato Direttore Principale Ospite.

Conferenza

Il #concerto di venerdì 7 febbraio sarà preceduto alle ore 18.00 da una conferenza introduttiva nel foyer della balconata dell’Auditorium. Ingresso libero. 

Biglietti: euro 15.00/36.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari d’apertura: mar./dom. ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2. 

on line: www.laverdi.org / www.vivaticket.it . 

Programma

Franz Liszt - Orpheus, Poema sinfonico n.4 

Di tutti i poemi sinfonici di Franz Liszt, questo era il preferito di Richard Wagner. Liszt, già Kapellmeister del Teatro di Corte di Weimar, vi diresse l’Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck nel febbraio del 1854, nella versione di Berlioz. In questo adattamento erano previsti due brani sinfonici composti ad hoc da Liszt stesso. Uno di questi due brani, l’unico realizzato, divenne il suo quarto poema sinfonico, l’Orpheus, dedicato alla principessa Carolyne Sayn-Wittgestein e ispirato alla figura di Orfeo delineata dal filosofo Pierre-Simon Ballanche in Orphée nel 1829.

La composizione, che guarda alla figura di Orfeo come civilizzatore dell’umanità attraverso la bellezza dell’arte, è in forma-sonata e ruota attorno a due temi. Il secondo, meno energico del primo, è un leitmotiv che oscilla tra modo maggiore e modo minore. Questo poema sinfonico si chiude richiamando il finale di Orphée di Ballanche: Orfeo scompare tra le nuvole dopo aver lasciato agli uomini il compito di applicare i suoi insegnamenti. Dopo un cromatismo ascendente, il poema termina infatti con un pianissimo dell’orchestra che va piano piano spegnendosi.

Avner Dorman - Eternal Rhythm (2018)

Commissionata ad Avner Dorman dalla Norddeutscher Rundfunk e dal Festival George Enescu di Bucarest, Eternal Rhythm è una composizione per percussionista solista e orchestra, suddivisa in cinque sezioni: Adagio con espressione – With a flexible rubato - Scherzo – Adagio con espressione - Presto con brio. 

Le più esatte sul pezzo sono certamente le parole del compositore: “Ciascuno dei movimenti richiama l’idea generale della serie armonica, un’infinita serie di oscillazioni, in modi diversi, mentre il solista si alterna tra una grande varietà di strumenti. La #musica del Gamelan di Bali ispira molto del primo movimento, organizzando un numero finito di intonazioni all’interno di cicli ritmici complessi. Come nella #musica Gamelan, sono molto presenti le sonorità di tastiere metalliche. Il secondo movimento si apre con un’espressiva melodia cromatica. Via via che il movimento si sviluppa emergono sempre più spirali e linee melodiche, a creare una rete complessa. Il terzo movimento, ritmico e spigoloso, è strutturato come un botta e risposta tra solista e orchestra. Scale ascendenti in ritmi sincopati si combinano a creare un movimento energico e vivace. Il cuore del pezzo è il quarto movimento, basato su un testo ebraico dell’XI Secolo. Questo testo avanza profonde domande riguardo all’interazione tra gli esseri senzienti e il mondo fisico, ribaltando figurativamente i ruoli della coscienza e della fisicità. A questo punto della composizione realizziamo che il ritmo dell’universo e il ritmo della vita sono la stessa cosa, e che la nostra esperienza del mondo è inevitabilmente connessa alla pulsione dell’universo e all’oscillazione di materia ed energia. La composizione finisce con un movimento esuberante, una celebrazione della vita, dell’energia e dell’onnipresente ed eterno ritmo.”

Richard Wagner - Tristano e Isotta, versione sinfonica

La suite orchestrale estrapolata dal Tristano e Isotta consiste in un compendio dei numeri esclusivamente strumentali presenti nell’opera di Richard Wagner, eseguita per la prima volta il 10 giugno 1865 al Teatro Nazionale di Monaco, segnando un punto di svolta rispetto all’uso tradizionale dell’armonia tonale: si tratta infatti di una #musica caratterizzata da un’inesauribile tensione, resa possibile attraverso l'insistenza su un cromatismo destinato a influenzare la #musica di fine secolo, e anche oltre. Emblematico è quanto detto da Giulio Confalonieri: “Il Tristano ha infettato la #musica di un bacillo che nulla, nemmeno le più moderne penicilline, sono ancor riuscite ad eliminare del tutto.” Si tratta di uno dei punti di partenza della disgregazione armonica a cui assisteremo nel Novecento, con la dodecafonia e l’atonalità. Un nuovo tipo di tecnica compositiva è quella che Wagner usa nell’invenzione melodica, che non serve più per comporre in forma “chiusa”, ma viene pensata in funzione di una forma “aperta” (melodia infinita). Viene infatti usata la tecnica del Leitmotiv, ovvero l’associazione di un’idea musicale diversa per ogni personaggio o soggetto rilevante della storia, che con la sua potenza evocativa conduca immediatamente l’ascoltatore in una determinata situazione psicologica. Talvolta i Leitmotiv sono rappresentati anche soltanto da pochissime note; altre volte sono di dimensioni maggiori e possono anche trovarsi uniti fra loro.

Friedrich Nietzsche scrive di Richard Wagner: “Egli conosce un suono per le segrete, misteriose, profonde oscurità dell’anima, quando causa ed effetto sembrano privi di connessione e quando in qualsiasi momento qualcosa può sorgere dal nulla…sì, quale Orfeo di ogni segreta desolazione egli è il più grande di tutti”.