“L’agroalimentare rappresenta le potenzialità che ha l’Italia”. Con queste parole il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi ha aperto il suo intervento all’Assemblea Annuale di Federalimentare (organizzazione che riunisce gli attori del settore agroalimentare), che si è riunita oggi a Expo Milano 2015 alla presenza del Commissario Unico per Expo 2015 Giuseppe Sala. “Voi – ha aggiunto il premier rivolgendosi agli imprenditori presenti - siete leader di mercato mondiali. L'Italia ha tutto per essere protagonista del mondo che cambia. Ciononostante, un po' perché in passato non siamo stati uniti, non si è vinto. A volte ci manca questa consapevolezza". Non a caso “Uniti si vince” è il tema scelto per l’Assemblea 2015, come ha spiegato il Presidente di Federalimentare Luigi Pio Scordamaglia: "Uniti chi? Le piccole e medie imprese e le grandi aziende non devono essere in contrasto, ma complementari e sinergiche. La produzione agricola e industriale. Il pubblico e il privato, il nord e sud del paese". Lavorare insieme è fondamentale anche per vincere la sfida dell'internazionalizzazione e ottenere i risultati di export in target. Federalimentare auspica il raggiungimento di 50 miliardi di euro di esportazioni per il settore entro il decennio, che vadano a incrementare gli attuali 29 miliardi corrispondenti al 20,5% del fatturato dell'alimentare. Il viceministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda, di rientro da Chicago dove ha portato l'Italia alla fiera del cibo FMI Connect, ha dichiarato: "Se l'Italia decide di essere unita non ce n'è più per nessuno". Da una ricerca di Format Research, presentata nel corso dell'assemblea di Federalimentare, emerge che Expo, insieme a un sostegno forte del Governo per la valorizzazione del Made in Italy e un supporto maggiore per le aziende che operano sui mercati esteri costituisce un elemento propulsivo che può aiutare il raggiungimento dei 50 miliardi di export entro il 2020. Dalla stessa ricerca è emerso anche come la volontà di investire per gli imprenditori dell'agroalimentare sia più forte che negli altri settori: il 50% delle aziende ha investito e continuerà a farlo in innovazione e qualità dei prodotti, soprattutto in questa congiuntura positiva; l'iniezione di liquidità, il basso prezzo del petrolio e il tasso di cambio Euro/Dollaro sono condizioni favorevoli ma devono essere colte. L'agroalimentare è stato un settore solido attraverso la crisi: dal 2007 ad oggi ha perso solo il 3% in termini di occupazione, rispetto al 24% dell'industria italiana nel suo complesso e l'export è cresciuto del 49,5% contro il 9,9% di tutto il manifatturiero. Anche i livelli occupazionali hanno tenuto e l'approccio del settore verso le riforme del governo, incluso il Jobs Act, sono positive.
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