Cookie Consent by Free Privacy Policy website 'Jingju. Il teatro cinese nella Collezione Pilone' al Museo delle Culture di Lugano fino al 10 maggio
aprile 21, 2015 - Museo Delle Culture

'Jingju. Il teatro cinese nella Collezione Pilone' al Museo delle Culture di Lugano fino al 10 maggio

A Lugano, in anteprima internazionale, il “Dramma della Capitale”. Ovvero: la tradizione del teatro cinese in 150 capolavori dell’Opera di Pechino.

Sulle rive del lago di Lugano, in anteprima internazionale, si inaugura al Museo delle Culture (MCL) l’esposizione «Jingju. Il teatro cinese nella Collezione Pilone». In mostra, dal 9 ottobre 2014 al 10 maggio 2015, una selezione di opere d’arte e di oggetti del teatro tradizionale cinese provenienti dall’Opera di Pechino, in cinese Jingju, ovvero il «Dramma della Capitale». Fonte di provenienza dei preziosi manufatti è la Collezione Pilone, una delle più importanti al mondo nel suo genere, riunita nella seconda metà del Novecento dalla sinologa Rosanna Pilone e donata nel 2013 al Museo delle Culture dalla Fondazione «Ada Ceschin e Rosanna Pilone» di Zurigo. Composta di oltre 350 opere, la Collezione è stata oggetto di un lungo e accurato studio condotto dal 2009 dall’équipe del MCL, coadiuvata da numerosi specialisti internazionali, con l’obiettivo di valorizzare e presentare al pubblico la ricchezza dei suoi materiali. In mostra maschere e visi dipinti, costumi e accessori per il trucco, copricapi, ventagli, calzature, armi, strumenti musicali, elementi di scena, modellini di scenografie. All’inaugurazione saranno presenti rappresentanti dell’Ambasciata cinese e delle istituzioni della Città di Lugano, Paolo Gerini, Presidente della Fondazione «Ada Ceschin e Rosanna Pilone», e infine Jürg Neuenschwander, regista del video «BAO. The upright judge. A glimpse behind the scenes» che sarà proiettato in mostra. La serata sarà inoltre allietata da alcuni brani di musica tradizionale cinese eseguiti con flauto traverso (dizi) e arpa (guzheng) da Simin Song, insegnante di musica presso il Centro culturale cinese il Ponte, e Yujian Zhu del Conservatorio della Svizzera Italiana. Durante la serata sarà infine offerto un rinfresco dai sapori orientali.


L’ESPOSIZIONE

Curata da Barbara Gianinazzi e Marco Musillo, l’esposizione è allestita al primo piano dell’Heleneum (sede del Museo delle Culture di Lugano). Il progetto e la realizzazione dell’allestimento sono a cura del Laboratorio di conservazione e museotecnica del MCL. Le circa 150 opere esposte sono presentate al pubblico secondo un percorso espositivo organizzato in diverse sezioni che affrontano i seguenti nuclei tematici: l’architettura dell’edificio teatrale e la musica; il corpo dell’attore; i costumi e gli accessori; la scenografia e gli elementi evocativi; Mei Lanfang e la riforma del teatro dell’Opera.


L’OPERA DI PECHINO

La storia delle esperienze teatrali che si svilupparono nei secoli in Cina si mostra con particolare efficacia e fascino nell’Opera di Pechino che è il frutto della sovrapposizione di diverse tradizioni storiche locali sparse nell’immenso territorio cinese. L’Opera di Pechino si caratterizza per una mirabile amalgama di musica, canto, recitazione, letteratura e arti marziali. Il teatro cinese affonda le sue radici nelle danze rituali praticate nelle corti dinastiche secoli prima della nascita di Cristo. Ma è a partire dall’epoca della dinastia Tang (618-907) che nascono, grazie all’appoggio imperiale, le prime accademie per lo studio e la pratica del teatro. L’Unesco ha riconosciuto all’inizio degli anni Duemila il teatro Kunqu, matrice originaria del Jingju, quale patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
IL TEATRO CINESE

Evocare più che riprodurre: è su questo concetto che si fonda il teatro cinese. A partire dalla scenografia che crea una realtà “altra” soprattutto attraverso elementi simbolici, più che con la costruzione di veri e propri set in stile occidentale. Per esempio se un attore compare sulla scena impugnando un remo significa che si trova su un’imbarcazione. La stessa recitazione si basa sul concetto di evocazione: alzare un piede come se si iniziasse a camminare comunica fisicamente al pubblico che il protagonista sta iniziando un lungo viaggio a piedi. In quest’ottica è fondamentale il modo in cui gli attori muovono il corpo, si truccano il volto, si vestono. In particolare i costumi assumono un ruolo centrale nel teatro cinese, perché è solo attraverso di loro che lo spettatore può identificare i personaggi e i loro caratteri. I ruoli tipici del Jingju, e quindi i differenti generi di costumi, sono racchiusi in quattro categorie principali: femminile (dan), maschile (sheng), faccia dipinta (jing) e commediante o comico (chou).


LA FONDAZIONE «ADA CESCHIN E ROSANNA PILONE»

La Fondazione «Ada Ceschin e Rosanna Pilone» ha uno stretto rapporto con il Museo delle Culture di Lugano. Da anni infatti sostiene le sue attività, in particolare elargendo borse di studio a giovani ricercatori attivi nell’ambito dello studio delle arti e delle civiltà dell’Oriente. Oltre all’importante donazione della Collezione Pilone, la Fondazione nel 2012 ha depositato una prestigiosa raccolta di oltre 5.000 fotografie giapponesi all’albumina dipinte a mano, risalenti alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento, che costituiscono uno dei punti focali del programma di ricerca scientifica del Museo e che sono già state esposte a Lugano, Venezia, Napoli, Zurigo, Genova e Copenhagen.

Nell’ambito del progetto di valorizzazione della Collezione Pilone, il Museo ha potuto avvalersi anche della preziosa collaborazione del Centro culturale cinese il Ponte di Lugano, del Centro Studi Martino Martini di Trento e del Museum der Kulturen di Basilea. Il progetto del MCL è realizzato con il sostegno di Repubblica e Cantone Ticino – Fondo Swisslos.
LA COLLEZIONISTA ROSANNA PILONE

Veneziana di nascita, Rosanna Pilone (1931-2006) ha  abitato e vissuto sempre a Milano. Giornalista di professione, ha maturato fin da giovanissima un interesse, trasformato ben presto in passione, per la Cina. Della sua cultura e del suo teatro è diventata nel tempo una profonda e stimata conoscitrice. Ha tradotto alcune opere di Confucio e Laozi per la Rizzoli e ha scritto e curato una serie d'importanti studi. Nel 2001 Rosanna Pilone ha creato la Fondazione Ada Ceschin con lo scopo di promuovere attività culturali, in particolare di ricerca, studio, conoscenza e diffusione delle culture orientali in Svizzera e negli altri paesi europei. Dopo la scomparsa di Rosanna Pilone, la Fondazione ha deciso di conferire l’intera Collezione al MCL affinché fosse catalogata scientificamente, adeguatamente studiata, messa a disposizione della ricerca scientifica, in particolare di giovani studiosi, e infine valorizzata e fatta conoscere al pubblico.


IL CATALOGO

Il catalogo che accompagna l’esposizione non presenta solo gli oggetti in esposizione ma l’intera Collezione, raccogliendo così gli esiti scientifici del pluriennale lavoro di studio e ricerca dell’équipe del MCL. Oltre ai saggi delle curatrici Elisa Gagliardi Mangilli (Università degli Studi di Udine) e Barbara Gianinazzi (Ricercatrice del MCL), il volume pubblicato da Silvana Editoriale contiene i contributi di Isaia Iannacone - sinologo; Marco Musillo - sinologo e collaboratore scientifico del MCL; Pi-Chung Wu - studiosa di teatro lirico e danza; Liu Zhanwen - già direttore del Mei Lanfang Memorial Hall di Pechino. Il catalogo contiene inoltre due prefazioni istituzionali e le schede di tutte le opere della collezione corredate da immagini.


In esposizione dal 9 ottobre 2014 al 10 maggio 2015


Museo delle Culture
Heleneum, via Cortivo 26, 6976 Lugano

Orari del Museo

L'esposizione è visitabile dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00.
Gli uffici sono aperti dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 18.00.