Non sono trascorsi neanche cinque mesi dall’ultima inaugurazione, quella delle Sale del Seicento fiorentino nel dicembre scorso, ma tanti sono bastati per dare una significativa svolta ai lavori di restauro e adeguamento funzionale dei Nuovi Uffizi: il cantiere ha intrapreso la rivisitazione delle sale storiche della Galleria e, d’ora in avanti, dovrà progressivamente affrontare nuovi e impegnativi interventi all’interno dei “luoghi simbolo” del museo, tra i quali i Corridoi, la Sala dei Primitivi e, infine, la Sala Botticelli.
Oggi si presenta completamente rinnovata, anche sotto il profilo dell’allestimento espositivo, una prima sezione omogenea appartenente ad uno dei nuclei più antichi, quella posta nell’ala di levante al secondo piano e costituita dalle cinque sale che seguono la Tribuna e si dispiegano d’infilata, parallelamente al primo corridoio, fino al Gabinetto di Madama.
Da sempre, pur nell’avvicendarsi delle diverse destinazioni d’uso (armeria, gabinetto di vasi etruschi e di disegni, sale della pittura fiamminga e altro), nel volgere di altrettanti allestimenti (da Wunderkammer a quadreria) e nel mutare del gusto degli arredi e degli stili espositivi, in queste “salette”, grazie alle loro raccolte dimensioni e alla ricchezza degli apparati decorativi cinquecenteschi, che le configurano come scrigni preziosi, il visitatore ha la possibilità di immergersi totalmente nell’atmosfera propria del collezionismo cinquecentesco e di entrare in più intimo contatto con le opere d’arte esposte.
A differenza dei lavori fin qui eseguiti, che hanno permesso di recuperare vaste porzioni del complesso vasariano finora inutilizzate e di incrementare in maniera considerevole gli spazi espositivi, l’intervento realizzato in queste sale non ha aggiunto nuove superfici ma ha conseguito un altro obiettivo fondamentale del progetto dei Nuovi Uffizi: quello di adeguare le dotazioni impiantistiche indispensabili per la conservazione e la sicurezza delle opere d’arte e per il comfort ambientale complessivo, senza alterare il contesto di massima delicatezza in cui si è trovato ad operare.
L’aria che si respira nelle nuove Sale del Quattrocento italiano di area non fiorentina è nuova, ma l’atmosfera, evocativa di una percezione originaria di questi luoghi concepiti per l’arte, è rimasta la stessa.
Isabella Lapi
Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana
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