Cookie Consent by Free Privacy Policy website Denominazioni d'origine o marchi collettivi: le sfide del vino in attesa della riforma in un convegno promosso ad Asti
settembre 11, 2023 - Accademia Italiana della Vite e del Vino

Denominazioni d'origine o marchi collettivi: le sfide del vino in attesa della riforma in un convegno promosso ad Asti

Se le denominazioni abbiano ancora senso e se creino un vero valore aggiunto al #vino è stato il tema attorno al quale si è dibattuto in occasione della tornata La riforma delle denominazioni d'origine: opportunità e criticità organizzata ad #asti dall'Accademia Italiana della Vite e del #vino, in collaborazione con Piemonte Land, presso la sede dell'Uni Astiss.

Ad accendere il dibattito anche in chiave della riforma in corso di approvazione a Bruxelles e per la quale sono attesi i triloghi, sono stati gli interventi di Julian Alston, Università della California, Davis e Davide Gaeta, Università di Verona. Per Alston. «Il concetto delle Dop andava bene 100 anni fa. Adesso creano quello che è un concetto di economia asimmetrica». Per il professore statunitense, «le dop pongono restrizioni (vitigni, resa, tecnologia) che impattano con il mercato. Negli Usa si sono sviluppati i marchi collettivi che rappresentano la reputazione privata dei produttori». Alston quindi propone di «avere maggior qualità e maggior rendimento senza porre vincoli che incidono sui costi: se per fare un #vino ho 100 euro di costi e abbasso la resa da 100 a 80, i costi salgono a 150». Quindi suggerisce il modello statunitense «senza restrizioni ma dove sono i produttori a dialogare per trovare la soluzione migliore per stare sul mercato».

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare