Tinazzi si prepara a raccontarsi a Prowein e a Vinitaly, davanti a un pubblico di estimatori, professionisti ed esperti: tanti i vini da scoprire e degustare, dai Fiano e Aglianico prodotti da Tenuta Feudo Croce e Cantina San Giorgio alla nuova linea battezzata Duca delle Corone, che tra le sue proposte include anche il primo Primitivo vinificato in rosa.
Lazise (VR), 13 marzo 2023_ Cantine Tinazzi ha imbottigliato l’essenza delle sue vigne in Puglia, racchiudendola in una proposta che porterà in anteprima a Düsseldorf, e precisamente a Prowein (19-21 marzo – Hall 15 stand B13), una delle principali fiere mondiali del #vino. Dal 2 al 5 aprile il brand sarà invece presente alla 55esima edizione di Vinitaly (Pav 4 stand B8), a Verona, insieme a produttori da 60 paesi: una nuova occasione per raccontare i suoi prodotti, e in particolar modo i rosé. Due manifestazioni che sono le vetrine ideali per presentare ai player internazionali del settore le novità del 2023, un anno decisamente prodigo di sorprese per il marchio.
Prowein: un’anteprima dalla Puglia
Protagonista è il territorio pugliese, dove dal 2001 la famiglia #tinazzi – originaria del lago di Garda – ha trovato una seconda casa. La Tenuta Feudo Croce, masseria tradizionale con 20 ettari di vigna nell’Alto Salento, ha in serbo due #novità, il Fiano Puglia IGP “Dysmè” e l’Aglianico Puglia IGP “Nyktos”. Il primo prende in prestito la parola greca che significa tramonto, ed è un monovarietale – 100% Fiano – intensamente giallo con riflessi dorati, profumato, pieno e agrumato, mentre il secondo significa “notte”: rosso rubino e luminoso, è balsamico e speziato all’olfatto, ben bilanciato e tannico. Anche Cantina San Giorgio, sempre in Alto Salento, nel comune di Faggiano, battezza due #novità assolute: ’“Archita” Fiano Puglia IGP ed “Erodoto” Aglianico Puglia IGP, che a partire dai nomi evocano la Magna Grecia. “Archita” proviene da un vitigno autoctono, è un #vino giallo dorato, fresco, con sentori di frutta tropicale e agrumi verdi, “Erodoto” è un rosso purpureo con riflessi rubini, balsamico, tannico, profumato di mora di rovo, amarena, prugna e viola.
Prowein sarà anche la vetrina di un nuovo progetto che #tinazzi dedica sempre alla Puglia, terra magica e misteriosa: la linea Duca delle Corone, caratterizzata da un’etichetta che rende omaggio ai caratteristici rosoni che adornano le facciate delle cattedrali. Ogni rosone è differente, e così ogni #vino: la linea ne propone sette, che esplorano le ricche potenzialità delle uve pugliesi.
I quattro più “tradizionali”, ovvero il Primitivo, il Negroamaro, il Negroamaro rosato e il Bianco, in bottiglie bordolesi coniche, si accompagnano a tre #novità assolute, il Fiano, l’Aglianico e il primo Rosato di Primitivo del brand, affidati a bottiglie più leggere, le cosiddette borgognotte.
Sempre in occasione della #fiera tedesca nello stand di Cantine #tinazzi sarà presentato il secondo Bilancio di sostenibilità, lo strumento di cui si è dotato il brand per misurare il proprio impatto dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Tra le #novità, l’adozione del Codice di condotta dei fornitori, che riguarda tutta la supply chain.
Vinitaly: il nuovo Primitivo guida la riscossa dei rosati
La presenza di Cantine #tinazzi a Vinitaly ruota intorno al focus del vino rosato: è in corso infatti la riscoperta di questo tipo di #vino, adatto a un uso trasversale e destagionalizzato, come accade nel blasonato mondo dello champagne. È un prodotto che incontra il gusto dei giovani, e che vede l’Italia in prima fila, con terroir vocati alla sua #produzione. #tinazzi ha in serbo una #novità importante: dalla vendemmia del 2022 ha deciso di vinificare in rosa anche le uve Primitivo, raccogliendo con entusiasmo una sfida. Il vitigno principe della Puglia, a maturazione precoce – star degli ultimi anni, protagonista di un boom a livello internazionale – assume una nuova veste. Il Primitivo Salento Rosato IGP è il fiore all’occhiello della nuova linea Duca delle Corone della Cantina San Giorgio: concentra i profumi mediterranei della regione, ha un colore luminoso e vanta fragranze fruttate, note floreali e un sapore minerale ed armonico, ben strutturato e bilanciato tra freschezza e dolcezza.
Restando in Puglia, la Cantina San Giorgio propone tra i suoi vari vini pluripremiati, un altro rosato, il Negroamaro Rosato Salento IGP “Kleio”, vinificato in purezza, profumato di frutti di bosco, fresco e sapido. Per il vitigno Negroamaro, il rosato costituisce una delle espressioni più tradizionali. Salendo in Veneto, invece, e precisamente a Bardolino, sulla sponda veronese del Garda, troviamo uno dei rosati più noti d’Italia, il Chiaretto Bardolino DOP. La famiglia #tinazzi, originaria di questa zona, lo produce da oltre mezzo secolo con l’etichetta “Campo delle Rose”, a partire dalle varietà tradizionali che traggono beneficio dal microclima creato dal lago: prevalentemente la Corvina, ma anche la Rondinella e la Molinara. Un prodotto che riscuote un grande successo, fresco, floreale e fruttato.
TINAZZI
I #tinazzi, nell'antica tradizione veronese, erano recipienti simili a botti dove si metteva l'uva pigiata a fermentare: una famiglia legata al #vino persino nell'origine del nome. Non può che cominciare con questo curioso aneddoto la storia di #tinazzi, che inizia alla fine degli anni Sessanta a Cavaion Veronese (VR), grazie all’impegno e alla passione di Eugenio #tinazzi. Gian Andrea #tinazzi, figlio del fondatore, all’epoca ancora diciottenne, segue subito il padre nella conduzione dell’impresa e allarga progressivamente gli orizzonti dell’azienda sia in termini di #produzione che di mercati. Animato da uno spirito vivace, intraprendente e proattivo, trasforma negli anni l’azienda di famiglia da una realtà locale, che vende vini veneti DOC a piccole realtà del lago di Garda, all’attuale importante Gruppo esteso tra Veneto e Puglia, regione di grande carattere e dalle crescenti potenzialità qualitative, in cui i #tinazzi sono presenti dal 2001. Sotto la sua guida il gruppo produce vini d’alta qualità, venduti in 55 Paesi nel Mondo. Un'intuizione che ha portato l'azienda a diventare una delle più interessanti realtà della viticoltura italiana, con oltre 100 ettari di vigneti di proprietà e un'ampia proposta di iniziative legate alla cultura contadina e all'accoglienza. Gli importanti premi internazionali, come i riconoscimenti di rinomate riviste come Wine Spectator, Wine Enthusiast e Decanter e gli ottimi punteggi dei critici Luca Maroni e James Suckling sono solo l'ultimo tassello della storia dei vini.
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