Il cosiddetto "mondo civilizzato" ha effettivamente fatto gli interessi dei Paesi in cui democrazia era assente? Questo uno degli interrogativi a cui risponde il #libro "Particolari sul senso del Presente" dell'Ambasciatore d'Italia #claudiopacifico.
Il volume, edito da ScriptaManent in un progetto curato dal giornalista Sam Mouazin in collaborazione con la giornalista Chiara Marini, è uscito da poco, ed è già ai primi posti delle classifiche dei titoli consigliati da Amazon.
Pacifico nel testo, ripercorre la sua carriera diplomatica, trascorsa in prima fila nelle Ambasciate più cruciali del mondo: dal Nord Africa al Medio Oriente, dall'Iran agli Stati Uniti d'America, concludendo poi con i suoi viaggi nel Sahara. Si interroga sugli strascichi lasciati da rivoluzioni e colpi di stato e sull'effettiva benefica svolta seguita alle "Primavere Arabe", ma non solo. Testimonia da vicino le guerre civili contemporanee, interrogandosi su governi corrotti e presunti "leader"."
Lo fa raccontando la grandezza di uomini politici del calibro degli ultimi Presidenti degli Stati Uniti o dei più importanti Capi di Stato, che ha avuto la possibilità di incontrare. Fanno da cornice, riflessioni, racconti personali e aneddoti che rendono il testo "vivo" e scorrevole. E' così che la geopolitica pura si mescola a racconti di stretta umanità; gli interessi dei "grandi" lasciano spazio alle tragedie dei "piccoli", in una trattazione puntuale, precisa, mai di parte né giudicante. E' il lettore, capitolo dopo capitolo, a formarsi la propria opinione su fatti e personaggi, in un percorso affascinante, ricco di dettagli etnografici. Ed è sempre il lettore a scegliere su quale "questione" o "Paese" soffermarsi, essendo i capitoli organizzati sì in ordine cronologico, ma ognuno a sé stante.
Quasi trecento i personaggi citati, della politica italiana ed estera, con cui Pacifico si è relazionato e che ricorda a vario titolo nella sua pubblicazione.
Li ha elencati in appendice nella convinzione che chi riveste ruoli di comando abbia una precisa responsabilità sulle "masse" e sul proprio Paese, non solo in termini strettamente economici, ma anche culturali e sociali. E che tanto ancora debba e possa essere fatto per perseguire un benessere il più possibile globale.
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