Quando dipingo un autoritratto, non lo dipingo grazie allo specchio, ma nasce da dentro. Io mi conosco da dentro. Se io mi ponessi di fronte a uno specchio copierei solo la maschera di me stesso. Zoran Mušič
La mostra L'Arte inquieta. L'urgenza della creazione dedica una sezione al tema del volto, il volto come ritratto dell'anima, ritratti e autoritratti che raccontano delle molteplici forme dell'identità moderna, dove l'artista è solo di fronte alla tela e allo specchio ma pronto a raccogliere, come un rabdomante, i movimenti del mondo.
Dalla tensione dinamica della linea e dei paesaggi interiori degli espressionisti agli spasmi e deformazioni delle "Face farces" di Arnulf Rainer, alle opere "selvagge" e materiche del gruppo COBRA, a Zoran Mušič che ci riporta nel cuore profondo della memoria, con i suoi ritratti e autoritratti avvolti da un colore che ricorda l'inverno d'Occidente, l'Olocausto e il campo di sterminio di Dachau che lo vide coraggioso testimone.
Inoltre le produzioni artistiche nate nelle istituzioni asilari: Gino Sandri, l'autore di una galleria di ritratti unica nella storia dell'arte, i pazienti psichiatrici ricoverati insieme a lui.
Opere "faticosamente costruite", annotava nei suoi scritti degli anni Sessanta Franco Basaglia a proposito dei lavori nati nelle istituzioni psichiatriche, dove il processo creativo rivela la ricerca dell'identità di fronte ai rischi del dissolvimento e della frantumazione dell'Io.
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