Cookie Consent by Free Privacy Policy website BMW Motorrad Italia celebra la vittoria di Gabriele Giannini al National Trophy 1000 sulla BMW M 1000 RR del Team Pistard
novembre 10, 2022 - BMW Motorrad

BMW Motorrad Italia celebra la vittoria di Gabriele Giannini al National Trophy 1000 sulla BMW M 1000 RR del Team Pistard

Il 4 novembre all’autodromo Vallelunga “Piero Taruffi” Gabriele Giannini insieme al Team Pistard e BMW Motorrad Italia hanno festeggiato il titolo italiano con una giornata in pista dedicata ai proprietari delle moto supersportive di BMW Motorrad.

Il 4 novembre presso l’autodromo Vallelunga di Campagnano di Roma BMW Motorrad Italia e il Team Pistard hanno organizzato un evento per celebrare il titolo italiano vinto nel National Trophy 1000 dal giovane e promettente pilota Gabriele Giannini. Gabriele, infatti, ha conquistato il campionato subito nell’anno del suo debutto in questa categoria, grazie al suo talento, a un Team che lo ha aiutato a crescere velocemente dandogli il miglior supporto che potesse avere, e a una moto -la BMW M 1000 RR- che è riuscita a dargli subito quel feeling indispensabile per sfidare i limiti.

Durante questo evento la pista è stata riservata ai proprietari e ai fan delle moto supersportive di BMW Motorrad, che sfidando le condizioni meteo inizialmente sfavorevoli hanno indossato tuta e casco per scendere con la loro moto tra i cordoli insieme a Gabriele. Tutti i partecipanti hanno potuto toccare con mano le moto da gara e soprattutto hanno avuto l’occasione di incontrare e chiacchierare con il pilota, il team e lo staff del Race Support di BMW Motorrad Italia che supporta i team nei campionati nazionali.

È stata quindi un’ulteriore occasione per essere vicini in modo diretto e concreto agli appassionati del Motorsport e ai fan di BMW Motorrad, con una manifestazione che ha reso inclusivo un mondo tradizionalmente esclusivo, che è quello delle competizioni.

Fuoco e Calma: l’arte di andare veloci

Schiena dritta, occhi gentili, voce pacata. Gabriele Giannini è un ragazzo che pensa. Pensa forte, pensa tanto e pensa a una cosa sola: la velocità.

Se si chiede a una persona qualunque di provare a disegnarla, la velocità, è molto probabile che questa persona decida di tracciare sul foglio linee confuse, casuali, turbini di polvere o linee che si assottigliano fino a sparire. È naturale, perché quando si guarda qualcosa di veloce è difficile coglierne l’essenza. Ma quando si è qualcosa di veloce, quando la velocità è essa stessa essenza, respiro, genetica, la prospettiva cambia completamente. Non c’è niente di confuso e casuale nell’approccio di Gabriele alla moto, anzi. Le sue parole chiave, quelle che ama ripetere spesso, come un mantra, sono precisione, lucidità e feeling.

Precisione e lucidità, perché i grilli per la testa bisogna poterseli permettere. E Gabriele non è tipo da sprecare risorse. Si guadagna da vivere lavorando in cantiere dal lunedì al venerdì, si tiene in forma allenandosi la sera, in una piccola palestra di boxe, controlla l’alimentazione con rigore e si concede una minima e misurata quantità di svaghi: il sabato sera in pizzeria con la fidanzata, una domenica al mare, le gare di moto (degli altri) in televisione.

È lucido, Gabriele, e con lucidità si approccia a ogni aspetto della vita. Vigila in cantiere e in palestra per non ferirsi (rischierebbe di danneggiare le prestazioni in moto) e vigila in pista (rischierebbe di perdere giorni di lavoro e, quel che è peggio, di danneggiare la moto).

Non è una prudenza innata. “Ai tempi della scuola”, dice “ero iperattivo”. È la moto che gli ha insegnato la calma. E questa calma si è trasformata in meditazione, in fede, in innamoramento, in un feeling speciale che si manifesta in tutto ciò che fa.

Gabriele, per dire, ama così tanto la moto che la patente per la moto non ce l’ha. Non possiede nessun mezzo a due ruote e non ne desidera uno. Non ci si vede proprio a sfrecciare sulla litoranea. È un rischio troppo grande, un rischio che non è disposto a correre. Rischierebbe di non gareggiare più e, per lui, non esiste niente di peggio.

Ha imparato prestissimo che anche la paura è un sentimento prezioso e che la passione, anche la più bruciante, va conservata con la massima cura, così come si riparano le braci dal vento. Bisogna tenere a bada il calore e aspettare che sia la moto ad accendere la fiamma.

E la fiamma di Gabriele, quella vera, che l’ha portato in testa, si è accesa su una BMW M 1000 RR in un momento preciso: il terzo test di inizio anno, a Valencia. Quel giorno, dice, è entrato in empatia con la moto, l’ha sentita sua. Come se la sua BMW avesse deciso di cambiare per lui, di adattarsi, di sciogliersi nella passione che, anche fuori dal circuito, è alla base di ogni suo respiro. “Sono andato forte da subito, ma è quel giorno che la moto è cambiata davvero. Sono entrato in empatia con lei. Onestamente, in dieci anni di carriera non mi era mai successo. Con questa moto riesco a esprimere me stesso e sono riuscito a dimostrare a me stesso che sono un pilota forte, e che riesco a vincere”.

E infatti ha vinto - si è aggiudicato il primo posto nel National Trophy categoria 1000 - e non ha vinto solo lui. Ha vinto suo padre, che l’ha accompagnato alla prima gara di minimoto e gli ha costruito un capanno in giardino, un container in mezzo ai fiori per conservare le tute, i caschi e i ricordi delle gare; ha vinto sua madre, che è riuscita a mettere da parte le preoccupazioni (o almeno a fare finta); ha vinto la sua ragazza, l’amore delle scuole medie che lo conosce meglio di chiunque altro. Ma ha vinto anche il Gabriele di sei anni che prova la prima moto insieme a suo fratello, ha vinto il Gabriele sull’asfalto del Mugello, quello disposto a perdere un dito pur di correre una gara, e ha vinto il Gabriele del futuro, quello che pennella con la sua BMW le curve di Philip Island, respirando a pieni polmoni l’aria di un oceano che, magia degli opposti, nutre la fiamma che oggi gli brucia dentro. Il sogno, il pensiero, l’ossessione lucida e precisa della velocità.