Atipografia, progetto per l'arte contemporanea fondato da Elena Dal Molin, riapre le porte al pubblico negli spazi interamente rinnovati dopo un importante lavoro di restauro e ridisegno funzionale.
L'antica tipografia arzignanese dà vita a un progetto culturale inedito che coniuga la dimensione commerciale con la vocazione culturale attraverso la duplice azione di una associazione culturale e di una galleria. Questa dimensione ibrida integra e completa il lavoro che #elenadalmolin ha condotto per anni a sostegno delle arti e degli artisti, dando vita a un crocevia del contemporaneo nel cuore del Nord-Est.
La nuova identità si colloca nel segno della prosecuzione di quel luogo per gli artisti, per le persone e per le idee che da sempre Atipografia ha voluto disegnare.
Se da una parte infatti prosegue l'attività storica dell'Associazione, iniziata nel 2014 come no-profit per residenze d'artista e progetti site-specific, dall'altra in questa nuova configurazione l'apertura della galleria d'arte contemporanea proporrà una nuova stagione di progetti espositivi e una propria scuderia di artisti di diverse generazioni e provenienza geografica.
Il progetto di Atipografia riprende così il suo corso con rinnovata energia, espressa anche dagli ingenti lavori di adeguamento funzionale iniziati alla vigilia della pandemia e realizzati dallo studio AMAA, che si è occupato del progetto di restauro realizzando ambienti di grande fascino, dove fare ricerca, esporre, incontrarsi e persino abitare
A inaugurare la nuova stagione di Atipografia – in una logica di forte continuità con la sua storia – è una #mostra voluta e prodotta dall'Associazione: un intervento d'arte appositamente pensato da Arcangelo Sassolino intitolato "Il vuoto senza misura". La #mostra è accompagnata da un catalogo con un testo della storica dell'arte e curatrice Ilaria Bernardi.
Con la partecipazione di Arcangelo Sassolino, Atipografia conferma il proprio speciale legame con il territorio e la vocazione a una proiezione internazionale. Le macchine immaginifiche di Sassolino abitano gli spazi che per lungo tempo hanno ospitato la storica tipografia (da qui il nome) avviata dal trisnonno di #elenadalmolin. Una storia dalle radici antiche, ad un tempo industriali e culturali.
Come spiega #elenadalmolin, «tipografia richiama il mondo della stampa, della parola scritta. L'aggiunta dell'alfa privativo - oltre al fatto che non è più una tipografia - rappresenta anche qualcosa che si racconta, qualcosa che deve essere ancora scritto. Qualcosa che si sta compiendo, che è fluido, che sta avvenendo ora. Per questo lo spazio si pone come un luogo dove venire e anche restare».
© Copyright 2024