Cookie Consent by Free Privacy Policy website Dalla radiocronaca alla telecronaca: un passo non ancora concluso
settembre 10, 2021 - stati.generali.mondo.lavoro.sport

Dalla radiocronaca alla telecronaca: un passo non ancora concluso

Rispettare i silenzi e il rumore di fondo, trasferire emozioni, raccontare le storie dietro le gare: il valore aggiunto della telecronaca è nello storytelling che mette al centro l’atleta e ridà un ruolo di narratore al giornalista. Le nuove tecnologie tagliano i costi delle dirette, ridando respiro ai budget degli editori per le telecronache, anche se impongono una figura di giornalista sempre più multitasking.

Torino, 10 settembre 2021_Al CIM 4.0 Competence Center di #torino, gli Stati Generali Mondo Lavoro riuniscono una folta rappresentanza della stampa sportiva italiana per discutere di come si racconta lo #sport, tra tradizione e nuove tecnologie, e cosa ci si aspetta dal futuro del giornalismo sportivo. Presenti Novella Calligaris, ex campionessa di nuoto e giornalista, Massimo Caputi giornalista sportivo, Federico Ferri direttore Sky #sport, Filippo Grassia giornalista, scrittore e dirigente sportivo, Gianni Mazzonetto, presidente del comitato scientifico Prometeo e Ivana Vaccari, giornalista e voce storica della RAI - con la moderazione di Maurizio Barberis.

Nel confronto tra passato e presente, Massimo Caputi sottolinea come oggi il giornalista sportivo debba saper fare tante altre cose, che una volta costituivano altrettante professioni, per sopravvivere alla molteplicità di linguaggi media, alla necessità di utilizzare le tecnologie per condurre cronache in diretta da soli, senza cameraman o tecnici, superando le ristrettezze dei budget della cronaca. Tecnologie che, nel rispetto dei ruoli, vengono considerate con favore da Federico Ferri, direttore Sky #sport: se è vero, come sostengono tutti, che gli eventi vanno raccontati sul posto, la semplificazione della telecronaca resa possibile dalle tecnologie sempre più leggere, sempre meno ingombranti e complesse, sempre meno costose, consente con un solo giornalista in trasferta di seguire l’evento che altrimenti sarebbe inaccessibile finanziariamente e, in questo modo, di mantenere al centro il ruolo di chi sa raccontare.

Nella chiacchierata che segue tra passione e nostalgia riecheggiano nomi storici come Tito Stagno, Paolo Rosi, Nicolò Carosio, Aldo Biscardi e tante altre pietre miliari del giornalismo sportivo italiano. Il punto su cui tutti convergono è la necessità di interpretare correttamente il ruolo della telecronaca, come molti di loro insegnavano, che non deve dire cosa sta succedendo - cosa indispensabile invece in una radiocronaca - ma piuttosto aggiungere il colore di una narrazione, inquadrare il contesto emotivo di ciò che sta avvenendo, lasciare spazio ai rumori della diretta attraverso i silenzi. “Lo #sport non è un enclave ma rientra nel contesto storico corrente di cui fa parte... al di là delle dirette sono importanti le storie”, chiosa su questo tema Filippo Grassia.

L’intervento di Ivana Vaccari, grandissima protagonista del giornalismo sportivo italiano e apripista del professionismo femminile, a questo proposito è illuminante: ricorda che quando si trovò ad assistere al fracasso del ginocchio di Debora Compagnoni alle Oliampiadi di Albertville nel 1992, con già in tasca una medaglia d’oro, “il suo urlo in diretta era l’unica cronaca possibile”.

Emerge poi un confronto sul ruolo del commento tecnico della seconda voce che deve facilitare la comprensione della dinamica in campo senza eccedere in tecnicismi, dicendo di più negli #sport meno conosciuti ma risparmiando parole in quelli il cui pubblico è ormai più esperto degli stessi giornalisti. Un ruolo, quello della seconda voce, che secondo Ivana Vaccari rassicura il giornalista, specie negli #sport in cui angolazione e velocità possono lasciare dubbi sull’esito dell’azione. Per Novella Calligaris, chi ha vissuto in prima persona le competizioni di altissimo livello è anche in grado di comprendere meglio gli stati d’animo degli atleti. E che ha deciso fin da subito di portare la sua propria esperienza di atleta nella cronaca sportiva, rispettando lo stato d’animo dell’atleta, specie nelle interviste dopo gara, e lasciando che sia lui e/o lei a scegliere quale aspetto della gara mettere in evidenza.

Alla domanda cosa ci si può attendere dal futuro nel racconto dello #sport, le risposte sono diverse: per Federico Ferri, abbiamo fatto passi da gigante nella qualità dell’immagine che invece sono mancati nel sound design, e qui dobbiamo concentrare le forze. Però la qualità tecnica non può sopperire al saper raccontare, saper trasmettere emozioni e conoscere lo #sport di cui si parla. Questa è la parte che nessuna #tecnologia può svolgere e che rende sempre cruciale il ruolo del giornalista. Gianni Mazzonetto osserva che intorno a certi #sport con l’aiuto dei #social si sono create vere e proprie “reti di passione” e non esclude che prima o poi lo spettatore si farà attraverso di esse la propria videocronaca, incarnata dal suo proprio influencer.

Novella Calligaris conclude confermando la sua fiducia nella possibilità di fare #cultura attraverso il giornalismo #sport. Magari proprio il racconto delle storie di impegno, sacrifici, eccellenza di molti atleti costituiranno spunto per trasferire alla vita di tutti i giorni i valori dello #sport.

7/8/9/10 settembre 2021, ogni giorno, dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle ore 15.00 alle 17.00.

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare

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