Cookie Consent by Free Privacy Policy website Cultura e Spettacolo: le istituzioni a confronto nella prima giornata degli Stati Generali Mondo Lavoro in diretta on line da Parma. «Se è viva la cultura, è viva la democrazia»: le parole dell’assessore della Capitale Italiana della Cultura 2020+21.
giugno 22, 2021 - Stati Generali Mondo Lavoro del Turismo

Cultura e Spettacolo: le istituzioni a confronto nella prima giornata degli Stati Generali Mondo Lavoro in diretta on line da Parma. «Se è viva la cultura, è viva la democrazia»: le parole dell’assessore della Capitale Italiana della Cultura 2020+21.

Cosa serve per rilanciare e sostenere un settore cardine per il #lavoro e

l’economia italiana secondo le istituzioni?
Una nuova legge per la dignità del #lavoro culturale,
un ruolo protagonista di sindaci e comuni per il coordinamento operativo del Recovery Plan, una cultura diffusa, anche al di fuori delle case della cultura, per abbattere quel 38% di non “consumatori” che in alcune zone d’Italia raggiunge anche il 50%, e una vera e propria politica industriale.

Parma, 22 giugno 2021_Inaugurati ieri in diretta dal Palazzo del Governatore di Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020+21, gli Stati Generali Mondo #lavoro della Cultura e dello Spettacolo hanno dato la parola alle istituzioni per un confronto su proposte e idee utili a riavviare e sostenere il settore.

Punto di partenza, la stesura di una nuova legge per la dignità del #lavoro culturale, secondo l’assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Tommaso Sacchi. Obiettivo: porre rimedio alla precarietà endemica iscritta nello Statuto del #lavoro di questo settore che raccoglie 1,5 milioni di occupati.

Per il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, la chiave di volta è nel coordinamento operativo del Recovery Plan: i contributi debbono passare direttamente dai sindaci per assicurare un’esecuzione immediata e per muoversi in velocità verso il rilancio e verso maggiori tutele.

L’assessore alla Cultura del Comune di #parma, Michele Guerra, pone l’attenzione sulla fragilità dell’industria culturale, auspica un posto più alto per la cultura nell’agenda politica italiana, con la necessità di mettere i Comuni al centro.

Il professor Stefano Baia Curioni individua due problematiche principali sulle quali agire: il 37-38% di non consumatori culturali, che in alcune zone d’Italia tocca il 50%, e la concezione generale di consumo culturale come evento al di fuori della normalità quotidiana. Soluzioni? Una cultura diffusa, fuori dalle case della cultura, non solo quindi cultura delle grandi realtà, ma anche delle piccole piazze.

Pone l’accento sulle politiche caratteristiche dell’industria, il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi: se si parla di industria della Cultura bisogna allora mettere in campo pianificazione, almeno triennale (ma coperta finanziariamente per tutto il periodo) e interventi materiali e immateriali, come la formazione.

Di seguito le dichiarazioni di tutti gli ospiti intervenuti.

«I primi a chiudere, gli ultimi a riaprire»: una sintesi impietosa quella dell’assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Tommaso Sacchi. Le aziende del settore cultura e spettacolo, che in Italia, prima della pandemia, portavano un giro d’affari totale di 96 miliardi, sono state messe in ginocchio. «E non si può ripartire senza tener conto dei lavoratori della cultura» precisa Sacchi. 1,5 milioni di occupati, di cui «570 mila impiegati nello spettacolo dal vivo, hanno vissuto un anno terribile che però è servito almeno a mostrare la fragilità del settore, la precarietà endemica che è iscritta nel suo Statuto del lavoro». Punto sul quale concordano tutti i relatori. Lavoratori a chiamata, stagionali, a termine non godono di prospettive e sicurezza. «Grazie al Tavolo Permanente istituito presso il Ministero della Cultura potremo garantire un coordinamento costante degli interventi per uscire dalla crisi e per sostenere i soggetti più fragili. Le istituzioni locali sono antenne di prossimità che devono facilitare un rapporto tra la cultura, in tutte le sue espressioni, e le Camere, prima di tutto, per la stesura di una nuova legge per la dignità del #lavoro culturale».

«Solo mettendosi tutti d’accordo, Comune, Prefettura, Sovrintendenza, operatori sanitari e Vigili del Fuoco, Venezia è riuscita a riaprire la Biennale di Architettura e il Salone Nautico e a confermare la festa del Redentore del terzo sabato di luglio»: si inserisce il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. «Con il sindaco Dario Nardella abbiamo firmato un documento per il coordinamento operativo del Recovery Plan. Con il Governo precedente l’interlocuzione è stata infinita, ma adesso bisogna che i contributi passino dai sindaci per dare loro immediata esecuzione dove servono. La cultura non è solo musei, cinema e teatri. Ci sono tantissimi piccoli eventi di spettacolo e di sport animati da piccole società, gruppi dilettantistici e anche i no profit che durante la pandemia hanno fatto la loro parte per aiutare la comunità. Adesso la nostra responsabilità è quella di muoverci in velocità per il rilancio ma anche per maggiori tutele. Finita l’epoca delle lagnanze, adesso ci vogliono impegno e sorriso. E meno male che c’è questo Governo che personalmente spero arrivi a fine legislatura».

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare