Cookie Consent by Free Privacy Policy website CASTELLO DI RIVOLI | A.B.O. THEATRON. L'arte o la vita
giugno 13, 2021 - Castello di Rivoli

CASTELLO DI RIVOLI | A.B.O. THEATRON. L'arte o la vita

Il #castellodirivoli #museo d’Arte Contemporanea e il CRRI (Centro di Ricerca Castello di Rivoli) presentano la #mostra A.B.O. THEATRON. L’arte o la vita che indaga la figura di uno dei più importanti storici dell’arte, critici e curatori contemporanei, Achille Bonito Oliva (Caggiano, 1939).

Dopo la #mostra dedicata ad Harald Szeemann nel 2019, organizzata in collaborazione con il Getty Research Institute di Los Angeles, la #mostra dedicata ad #achillebonitooliva costituisce il secondo capitolo del grande progetto dedicato dal #castellodirivoli #museo d’Arte Contemporanea e dal CRRI ai più autorevoli curatori d’arte contemporanea del XX e XXI secolo.

A.B.O. THEATRON. L’arte o la vita è stata sviluppata curatorialmente da Andrea Viliani, Responsabile e Curatore del CRRI sulla base di un concetto di Carolyn Christov-Bakargiev e Achille Bonito Oliva, con un Comitato scientifico composto da Marcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni del #museo, e Cecilia Casorati, Laura Cherubini, Stefano Chiodi, Paola Marino, storici dell’arte e curatori che negli anni hanno seguito con particolare attenzione la ricerca e l’attività saggistica e espositiva di #achillebonitooliva.

La #mostra raccoglie opere d’arte, documentazione di allestimenti, materiale d’archivio e una grande selezione di materiali televisivi gentilmente concessi da RAI Cultura/RAI 5 in collaborazione con Rai Teche. Tra le più recenti partecipazioni mediatiche del critico d’arte è la conversazione di Bonito Oliva con Harry Styles commissionata da #gucci per GucciFest.

Tra i capolavori in #mostra figura l’opera Primo piano labbra (1965) di Pino Pascali presente nella prima #mostra del curatore alla Libreria-Galleria Guida a Napoli nel 1966. In #mostra anche il capolavoro Lo Spirato (1968-73) di Luciano Fabro presente in Contemporanea nel 1973, oltre a una serie di importanti opere della Transavanguardia tra le quali Silenzioso mi ritiro a dipingere un quadro (1977) di Mimmo Paladino, Cani con la lingua a spasso (1980) di Enzo Cucchi, Sinfonia incompiuta (1980) di Sandro Chia, Il cerchio di Milarepa (1982) di Francesco Clemente e Testa dell’artista cosmico a Torino (1984-85) di Nicola De Maria. In #mostra anche La Luna (1968) di Fabio Mauri esposto in Vitalità del negativo, 1970; Metrocubo d’Infinito (1966) di Michelangelo Pistoletto e Articolazione totale (1962) di Francesco Lo Savio esposti in Minimalia nel 1997-99, nonché TV-Buddha Duchamp-Beuys (1989) di Nam June Paik presente nella #mostra Tribù dell’Arte, 2001. Di particolare interesse anche Fountain (1917-64) di Marcel Duchamp.

Achille Bonito Oliva inaugura una figura di curatore particolarmente espressivo, istrionico, sperimentale, al contempo enciclopedico e comportamentale, afferma il Direttore del #castellodirivoli Carolyn Christov-Bakargiev, compagno di strada degli artisti, in netto contrasto con le figure dei critici d’arte tradizionali che, prima di lui e della sua generazione, realizzavano mostre basate su presunti criteri scientifici di selezione e interpretazione. Achille è narcisista ma non vanitoso, una creatura straordinaria e intelligentissima”.

In occasione della #mostra, #achillebonitooliva ha donato al CRRI il proprio archivio personale, mettendo a disposizione degli studiosi nazionali e internazionali il prezioso patrimonio intellettuale da lui costruito da oltre sessant’anni, con i primi scritti adolescenziali fino ai materiali più recenti. L’archivio di #achillebonitooliva sarà per la prima volta studiato, mostrato e pubblicato in questa occasione.

“È stata una continua scoperta e un grande privilegio” afferma Andrea Viliani, Responsabile e Curatore del CRRI “dedicarmi in questi due anni allo studio di un archivio ancora inedito quale quello che ricostruisce gli oltre sessant’anni di attività critica ed espositiva di #achillebonitooliva. La nostra #mostra è una pietra miliare nell’ambito della programmazione del #castellodirivoli e del suo CRRI dedicata ai più grandi curatori del XX secolo”.

A partire dalla sua formazione e attività nell’ambito della poesia visiva e delle cosiddette “Neo- avanguardie” linguistiche e letterarie della fine degli anni Sessanta, nei suoi successivi progetti Bonito Oliva ha posto in relazione tra loro alcuni dei più importanti artisti della seconda metà del XX secolo contribuendo a definire linee di ricerca radicali quali, alla fine degli anni Settanta, quelle afferibili alla Transavanguardia italiana, ponendole in relazione dialettica con le ricerche del decennio precedente, fra cui l’Arte povera e l’Arte concettuale, e sostenendo riletture raffinate ed eterodosse quale quella del Manierismo italiano e europeo. Con il suo libro del 1976 L’ideologia del traditore. #arte, maniera e manierismo, Bonito Oliva ha analizzato come, dopo il Rinascimento, il Manierismo abbia attuato un passaggio dal principio della creazione a quello della citazione, quale risposta da parte dell’artista alla crisi della sua epoca: l’artista ha perso la sua centralità rinascimentale ed è diventato una figura

laterale. Questo ricorda la figura del traditore che guarda il mondo, e non lo accetta, vorrebbe cambiarlo ma può agire solo nello spazio della riserva mentale. Un simile principio corrisponde alla crisi ideologica, economica, politica e sociale della fine degli anni Settanta del XX secolo, e che Bonito Oliva pone quindi alla base anche della sua teorizzazione della Transavanguardia nel 1979.

Nella sua attività, la scrittura critica e quella espositiva, l’invenzione curatoriale e la provocazione intellettuale costituiscono un unicum dinamico caratterizzato dalla costante relazione fra parola e immagine, comportamento e comunicazione, e dall’attenzione alla crescente trasversalità nomadica dell’arte, come della vita.

Attraverso la presentazione di una molteplicità di materiali d’archivio (cataloghi, libri d’artista, inviti, brochure, cartelle stampa, progetti e immagini di allestimento, corrispondenze private, registrazioni di trasmissioni televisive, documentazioni fotografiche e video e un’ampia parte della biblioteca personale, provenienti dall’Archivio di Bonito Oliva e da altri Archivi istituzionali e privati) A.B.O. THEATRON. L’arte o la vita intende celebrare l’importanza di Bonito Oliva anche per l’affermazione del ruolo del curatore nell’ambito dell’arte contemporanea e, più in generale, mira a costituire il composito ritratto di una figura di intellettuale propositivo che ha superato le limitazioni delle strutture accademiche e ridefinito i campi e gli strumenti d’indagine della curatela nell’ambito della riflessione e produzione artistica contemporanea, divenendo una delle figure cardine della storia dell’arte del XX e XXI secolo.

Ripercorrendo la vasta attività curatoriale, teorica e comportamentale di Bonito Oliva la #mostra A.B.O. THEATRON. L’arte o la vita è articolata su tre livelli fra loro interconnessi, ognuno dei quali corrisponde a un importante aspetto del poliedrico operato del critico e del curatore:

  • La curatela delle mostre (ricostruzione delle principali mostre tematiche, selezionate dal curatore stesso). Le mostre ricostruite in questa sezione sono: Amore mio, 1970; Vitalità del negativo, 1970; Contemporanea, 1973-74; per la Transavanguardia Opere Fatte ad Arte, 1979; Le Stanze, 1979; Aperto ’80, 1980 e Avanguardia Transavanguardia, 1982; nonché Ubi Fluxus ibi motus, 1990; Punti Cardinali dell’Arte – XLV Biennale di Venezia, Biennale di Venezia, 1993; Minimalia, 1997; Le Tribù dell’Arte, 2001.

  • L’enciclopedica scrittura saggistica e lo spazio privato (affidata alle sue più importanti pubblicazioni così come a un vasto materiale inedito);

  • L’espressione comportamentale e lo spazio pubblico (attività per la radio, il cinema e, soprattutto, la televisione, ma anche i progetti per giornali e riviste, le onorificenze e gli strumenti atti a definire un vero e proprio culto della propria personalità, che ne definiscono la dimensione autonoma di personaggio pubblico).



    In occasione della #mostra sarà edito dal Castello di Rivoli #museo d’Arte Contemporanea e Skira un catalogo scientifico bilingue (italiano/inglese) introdotto da un saggio di #carolynchristovbakargiev e da un’intervista fra #achillebonitooliva e Hans Ulrich Obrist. Saranno inoltre pubblicati saggi inediti di Marcella Beccaria, #andreaviliani, Cecilia Casorati, Laura Cherubini, Clarissa Ricci, Stefano Chiodi, Andrea Cortellessa, Carlo Falciani e Paola Marino. Integreranno il volume e schede dedicate alle mostre principali curate da Bonito Oliva, e un’estesa bio-bibliografia e cronologia ragionate.

    Per l’occasione la maison #gucci ha appositamente realizzato le divise destinate agli “angeli custodi” della #mostra, cioè il personale del #museo che accoglie i visitatori nelle sale e custodisce le opere esposte nel “teatro” della #mostra. Come dei giardinieri di un parco immaginario, gli abiti verde salvia dei custodi, chiamati “jardiniers du théatre”, segnalano il percorso della #mostra in un accompagnamento creativo che ribalta il tradizionale rapporto tra #museo e #sponsor. Qui il main #sponsor collabora alla scena della #mostra, valorizzando i lavoratori essenziali, ma spesso invisibili, del mondo dell’arte. Il progetto prende spunto dalla sfilata di febbraio 2020 quando Alessandro Michele, direttore creativo di #gucci, e il suo team, indossavano uniformi mostrando al pubblico il lavoro di backstage del défilé in occasione della presentazione della collezione “The Ritual”.