Cookie Consent by Free Privacy Policy website Da domani 15 aprile in libreria il primo titolo di "Lampi" - la nuova collana di contrasto: "l'immagine fantasma" di Hervé Guibert
aprile 14, 2021 - ContrastoBooks

Da domani 15 aprile in libreria il primo titolo di "Lampi" - la nuova collana di contrasto: "l'immagine fantasma" di Hervé Guibert

In libreria dal 15 aprile il primo libro della nuova collana di Contrasto

LAMPI
 
Hervé Guibert

L'IMMAGINE FANTASMA

Introduzione di Emanuele Trevi

Per la prima volta in Italia l'opera di un grande scrittore e fotografo a trenta anni dalla sua morte e a quaranta anni dalla prima uscita.
 
La malinconia, dunque, garantisce all'immagine mentale, all'immagine
che non si è potuto materialmente realizzare, una persistenza
del fantasma nello spazio psichico che trova necessariamente
nella scrittura il suo veicolo ideale.
Emanuele Trevi

Alla voce lampo, il dizionario Treccani recita: "Luce abbagliante e di brevissima durata, manifestazione ottica delle scariche elettriche che hanno luogo nell'atmosfera". Anche i Lampi, la nuova collana di Contrasto, piccoli ma preziosi libri a un prezzo invitante, sono come bagliori che illuminano di colpo, e in modo chiaro e nitido, aspetti, personaggi, racconti ed autori per riflettere sul ruolo della fotografia e sul senso dell'immagine nel nostro tempo. Le copertine sono fatte con una carta speciale, realizzata con gli scarti alimentari. Il progetto grafico è di Silvio Rossi. Il primo volume della serie è un classico della letteratura francese e, insieme, della riflessione intorno alla fotografia, tradotto ora per la prima volta in italiano: L'immagine fantasma di #herveguibert con un'introduzione di Emanuele Trevi. Seguiranno altre proposte, altri autori, altre narrazioni; a volte saranno testi inediti, altre, testi ritrovati e proposti con una nuova veste e un nuovo taglio. Perché se la fotografia ha bisogno di luce, ha bisogno di lampi.

Ciò che mi ha spinto a scrivere è stato il rimpianto per le foto sbagliate, le foto che non sono riuscito a scattare, che non ho potuto fare, che si sono rivelate invisibili, come fantasmi. Ho pensato di scrivere per ritrovare la stessa sensazione che volevo dare a quelle foto". In un'intervista del 1981, Hervé Guibert- scrittore, giornalista, fotografo, critico per il quotidiano Le Monde - parlava così del suo #libro, L'immagine fantasma, pubblicato ora per la prima volta in italiano. Volutamente privo di fotografie, L'immagine fantasma racconta il rapporto di Guibert con il fotografico: le sue prime fotografie erotiche, un reportage sulla  madre la cui immagine  non verrà  mai  rivelata, il  lento disfacimento di  una foto destinata  a consumarsi e a morire, e poi immagini fantastiche o intime al  punto da diventare invisibili.

In occasione del trentennale dalla morte dell'autore e dei quarant'anni dalla prima edizione di questo #libro, L'immagine fantasma offre dunque un'occasione per conoscere le riflessioni di Guibert, ancora oggi estremamente attuali e penetranti, sul rapporto tra fotografia, scrittura e vita personale. Il volume è accompagnato da un testo dello scrittore Emanuele Trevi che introduce l'opera e l'autore al pubblico italiano.

Il #libro non è un testo teorico ma una raccolta di storie che esplorano, attraverso le avventure personali, i  diversi  tipi  di fotografia: familiare,  di viaggio,  le fototessere,  le  Polaroid,  la fotografia  pornografica  o giudiziaria.

Una scrittura coinvolgente, intima e profonda, nata in una stagione di nuova attenzione verso la fotografia e quasi a commento de La camera chiara (1980) di Roland Barthes, di cui sembra una sorta di continuazione letteraria.

Hervé Guibert (Saint-Cloud, 14 dicembre 1955 – Clamart, 27 dicembre 1991), giornalista, scrittore e fotografo, fu uno degli amici più stretti di Michel Foucault, Isabelle Adjani e Sophie Calle. Appassionato di fotografia, ne fu critico per il giornale Le Monde per otto anni. Il suo rapporto con la scrittura si nutriva essenzialmente di spunti autobiografici e tendeva all'autofiction. Nel 1990 Guibert rivelò la sua sieropositività nel romanzo À l'ami qui ne m'a pas sauvé la vie (All'amico che non mi ha salvato la vita) – che lo consacrerà, tra l'altro, al grande pubblico. Il romanzo è il primo di una trilogia composta da Protocole compassionnel (Le regole della pietà) e da l'Homme au chapeau rouge (Uomo dal cappello rosso). In queste ultime opere descrisse quotidianamente la progressione della sua malattia. Morì di AIDS nel 1991 dopo un accanito lavoro artistico su questa malattia che lo lasciò senza forze, come testimoniano le fotografie del suo corpo e il film realizzato con la produttrice Pascale Breugnot qualche settimana prima di morire, chiamato La pudeur ou l'impudeur (Il pudore o l'impudore). È sepolto a Rio nell'Elba, un paese dell'Isola d'Elba in Italia.