Cookie Consent by Free Privacy Policy website GióMARCONI presenta | Matthew BRANNON Cold Shoulders / Foreign Affairs / Seafood Dinners / Pregnant Décor / Power Vacuums / and The Last Gate at the End of a Long Terminal | fino al 3 giugno 2021
aprile 13, 2021 - Galleria Giò Marconi

GióMARCONI presenta | Matthew BRANNON Cold Shoulders / Foreign Affairs / Seafood Dinners / Pregnant Décor / Power Vacuums / and The Last Gate at the End of a Long Terminal | fino al 3 giugno 2021

Gió Marconi ha il piacere di annunciare "Cold Shoulders / Foreign Affairs / Seafood Dinners / Power Vacuums / and The Last Gate at the End of a Very Long Terminal", la terza personale di #matthewbrannon con la galleria.

Ho realizzato questa #mostra durante l'anno surreale che è stato il 2020. Ho immaginato un aereo sospeso a mezz’aria sopra una città in un qualche momento durante il secolo scorso. Leggero come una piuma, pesante come una balena. Ogni opera #mostra il sedile di un passeggero invisibile. È il set di una produzione teatrale dopo che lo spettacolo è finito e le telecamere sono spente. È quel momento in cui ti svegli appena prima di ricordarti tutto quello che devi fare. È il centro di un libro che ho scritto molto tempo fa. È uno spazio in cui puoi entrare. Il mondo fluttuante. - Matthew Brannon, New York City, marzo 2021 

Eccolo. In mezzo all'oceano. Sterile come la luna. Giù per miglia sotto l'acqua fredda e pesante. Dove vivono pochi pesci e ci sono meno piante che in un deserto. Solo rocce molto vecchie grandi come montagne. Ci vuole un grande dispiego di forze per spingere l’aereo verso il basso e c’è bisogno di luci come quelle che si usano nei grandi stadi, eppure tutto quello che vedi è nero. Come guidare in un temporale in un incubo nello spazio siderale. E poi è lì. Come un serpente di proporzioni preistoriche. Il cobra più grande del mondo. Capace di divorare persone a bocconi. Scintillante ma morto. Un’enorme prolunga che attraversa i continenti. È il cavo di rete. E tu fai quello che devi. Quello che hai sempre sognato da quando è iniziato. Un modo per salvare il mondo. Un modo per fermare tutta la follia, la distorsione e l'impossibilità. E quando le enormi tenaglie del velivolo iniziano ad incidere l’esterno, è come se sentissi le urla di tutte quelle case piene di tutti quei dispositivi acquistati online e totalmente dipendenti da questo stesso sangue che ora stai interrompendo. Ogni gigantesco taglio nel cavo cancella miliardi di e-mail, messaggi di testo, download, caricamenti e streaming ed evaporano persino e-mail cancellate da tempo. E poi, come il suono di un ghiacciaio che si spezza o di un crack in un bicchiere di vino in una stanza vuota, è finita. E la tensione tira entrambe le estremità del cavo a migliaia di miglia di distanza. Sarà più facile ricostruirne uno che ricollegarle. E tutti avranno bisogno di nuove password. E passerà una generazione prima che funzioni di nuovo.

Matthew Brannon è artista e scrittore, ma è forse ancor più conosciuto per il suo approccio alle tecniche di stampa. Lavora principalmente con la serigrafia e la tipografia, pratiche che invitano alla giustapposizione giocosa di immagini e testo. La sensibilità letteraria, l'arguzia, l'uso giocoso del linguaggio e il fascino per la psicoanalisi sono stati a lungo gli elementi chiave dell'opera di Brannon. Da scultura e pittura a installazione e video: l'artista tratta ogni mezzo espressivo con la massima precisione e con uno straordinario senso del dettaglio.

 

Negli ultimi sei anni Brannon ha esplorato principalmente le ramificazioni della guerra del Vietnam. Il risultato è Concerning Vietnam, una serie di oltre 75 stampe uniche.

 

La #mostra di Brannon in galleria riguarda il concetto di viaggio e il passare del tempo.

Da quando il mondo si è fermato all'inizio del 2020 e le chiusure globali hanno tenuto le persone a casa, l'idea di viaggiare liberamente è diventata quasi un'ossessione.

Con il suo stile unico, che ricorda le riviste di lifestyle e le pubblicità della metà del XX secolo, Brannon cattura questo particolare momento attuale, pieno di desiderio e nostalgia, e lo traduce in immagini densamente colorate e ricche di dettagli. 

La grande tela in bianco e nero Classical Music, all’entrata della galleria, prepara il palco per il resto dello spettacolo: si viaggerà con classe e stile. Last Gate at the end of a very long Terminal che si legge sull’insegna sopra l'ingresso alla #mostra, serve sia come indicazione che come descrizione arguta dello status quo.

In sala sono in #mostra gli interni degli aerei dai colori vivaci: un’opera di grandi dimensioni sulla parete di fondo #mostra la cabina di pilotaggio dell'aereo, mentre opere di medie dimensioni su ciascuna delle pareti laterali raffigurano diverse file di sedili.

Ognuna di queste composizioni include un sedile, un tavolino e un finestrino con vista dall’alto su una città notturna. Le opere, tutte serigrafie uniche, sono nature morte ricche di oggetti e dettagli accuratamente ricercati: bottiglie di vino costose si scontrano con sacchetti di McDonald's, deodoranti e dentifrici; mentre pedine degli scacchi, carte da gioco, libri e riviste parlano di abitudini di viaggio precedenti. Strani oggetti come un modello anatomico del cuore, una confezione di candeggina o un pezzo di prosciutto, danno allo spettatore un'idea dei gusti e della personalità del viaggiatore, così come le varie scelte letterarie da Pasolini ai romanzi gialli e a quelli rosa. Titoli narrativi ma comunque enigmatici come Wet Kisses, Dry Ideas; Mouth-to-Mouth; Double Negative o War Correspondent contribuiscono all'aspetto dello story-telling della pratica di Brannon.

Ogni pezzo da solo non è solo un'opera d'arte bidimensionale, ma evoca un racconto breve con un titolo stravagante e una trama accuratamente delineata. Tutte le opere combinate sembrano capitoli diversi di un diario di viaggio. L'abilità di #matthewbrannon nel tradurre le opere d'arte in storie ricche di dettagli è visibile all’interno della #mostra. I confini tra immagine e narrazione sono sottili.