Cookie Consent by Free Privacy Policy website 'Puro e disposto a salire a le stelle' alla Galleria Massimo Minini, Brescia
dicembre 03, 2020 - Galleria Massimo Minini

'Puro e disposto a salire a le stelle' alla Galleria Massimo Minini, Brescia

Puro e disposto a salire a le stelle

Dante, Purgatorio, XXXIII, v. 144


In sella a Pegaso, mitico cavallo alato, Perseo, figlio del re degli Dei, sconfigge Medusa e corre verso Oriente. Lui, dal greco peghè, sorgente, domina il cielo delle notti di Novembre. Una storia di rinascita, che non lascia altra orma, ancor più oggigiorno, se non quella di aprire la via del cielo.

“Puro e disposto a salire a le stelle” è l’analisi critica della ricerca artistica attuale con cui Galleria Minini presenta una nuova generazione di artisti che si accompagna ai maestri della galleria.

Il tema è quello del cielo, firmamento o semplicemente volta celeste. Ha affascinato tutti: scrittori, musicisti, filosofi e appunto artisti. Osservato ad occhio nudo attrae per i suoi bagliori, in movimento e non, fissi e intermittenti, come le luci della Vespa (All the possible combinations of twelve lights lighting (one at a time), 2014) di #jonathanmonk che accoglie il visitatore all’ingresso della #mostra. La Stella Polare ed il Nord sono i primi elementi ricercati dal pellegrino, con il naso all’insù fisso a scrutare il Cielo stesso (Cielo, 2009), come ricorda Alice Ronchi, tralasciando per un po’ la nostra prima stella, il Sole (Sole, 2019).

Allontanarsi o nascondersi, Elena Damiani e la sua eclissi (Transits 1, 2019) rendono il visibile attraverso l’invisibile, e #cealfloyer annuncia per la prima volta la sua collaborazione con la galleria rivelando la forma possibile delle nuvole e l’instabilità poetica delle gocce (Cumulus, 2008; Drop, 2013). Haris Epaminonda del cielo se ne appropria e lo mescola con la fisicità della #scultura, con la materialità del legno.

Il cielo si fa dunque concreto nella nostra ricerca di ogni giorno: Runo Lagomarsino lo ricorda dando corpo all’unità d’intenti delle due gallerie (We, 2017), senza edulcorare il tutto, lasciando palesi gli sforzi e le difficoltà. In aiuto delle gallerie arrivano gli artisti: David Maljković (Glimpses, 2019) trasforma gli oggetti del lavoro quotidiano in vere opere d’arte e Simon Dybbroe Møller palesa che la bellezza celeste è raggiungibile guardando con occhi differenti agli oggetti di uso comune (Shame Shield (modern ceramics), 2015).

È lo spazio dopotutto l’universo in cui ci muoviamo, i punti cardinali servono per orientarsi, ma spetta a noi comprendere cosa è reale e cosa è riflesso. Mandla Reuter (Untitled, 2010) ci mette in guardia confondendoci e assorbendo in sé la tangibilità della notte in musica di #beckybeasley (Night music, 2007) e la presenza nel qui ed ora di #armandoandradetudela (Ahora si #1, 2018).

Tic, tac, tic, tac... al momento presente ci ancorano le lancette di Daniel De Paula (Abstract time, 2019), mentre Ariel Schlesinger (The retroactive thinkers, 2018) distorce il carpe diem di Orazio: due scarpe incalzabili abbandonate a terra, una in ordine, l’altra divelta, come se non ci fosse il tempo per sistemarla, come se il tempo ci scivolasse via, sfrecciando inafferrato.

Ma noi, esseri umani, siamo imperfetti, per definizione. Metà terra, metà cielo. Un po’ sopra le bestie e un po’ sotto gli angeli come ricordava Voltaire, vagabondi tra paradiso e inferno.
Camisa sin botòn, 2019 di Wilfredo Prieto semplicemente ce lo ricorda.

Puro e disposto a salire a le stelle

Galleria Massimo Minini

14.11 - 23.01.2021

Via Apollonio 68 – 25128 Brescia tel. 030383034 info@galleriaminini.it www.galleriaminini.it


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