Cookie Consent by Free Privacy Policy website CASA DEGLI ARTISTI | riapre le sue porte agli artisti e alla città martedì 8 settembre 2020 con un interessante programma.
settembre 01, 2020 - Casa degli Artisti

CASA DEGLI ARTISTI | riapre le sue porte agli artisti e alla città martedì 8 settembre 2020 con un interessante programma.

Casa degli Artisti, inaugurata il 1 febbraio 2020 e chiusa dopo appena tre settimane per l’emergenza Covid, riapre finalmente le proprie porte agli artisti e alla città l’8 settembre.

La sua nuova apertura coincide con l’entrata in residenza degli artisti della prima Call Fondativa.
Gli artisti, già annunciati durante la festa di inaugurazione, prenderanno posto negli atelier a loro assegnati durante il mese di settembre e saranno i primi a dare forma alla rinascita di un luogo che molto ha contato nella storia di #Milano dall’inizio del ‘900.
Invitati e/o selezionati per mezzo di open call, sono stati scelti perché in linea con i valori di intergenerazionalità, interdisciplinarità e internazionalità sostenuti da #casadegliartisti e perché il loro lavoro è coerente con quanto la Casa vuole attuare all’interno del proprio spazio, nella sfera pubblica e nello spazio urbano.
Gli artisti su invito sono:
Sergio Breviario, #giannicaravaggio, #micheleguido, Luca Pozzi che lavoreranno dentro la Casa ripensandola oggi in un rapporto dialogico tra passato e presente.
Il duo Sten Lex chiamato, grazie anche al contributo del programma La città intorno di Fondazione Cariplo, a progettare e realizzare un intervento di wall art per l’ex Convitto Trotter, per il progetto "residenza urban art" a conferma del rapporto tra città e artisti che Casa sostiene e stimola.
Luca Scarlini che svolgerà un progetto di ricerca di archivio e di ricostruzione orale del passato della Casa dalla sua nascita nel 1909.
Peter Welz, unico tra gli artisti ad aver già presentato la sua opera Portrait #4 nelle poche settimane di apertura, Yan Duyvendak e Rimini Protokoll a conferma della vocazione di apertura e dialogo della Casa con la realtà circostante e segno della disponibilità generosa di artisti europei già affermati a contribuire alla costruzione di un confronto internazionale e intergenerazionale.
Pietro Coletta, rappresenterà la memoria e la vita del quartiere Garibaldi-Brera.
Le artiste selezionate dalla Open Call (Let’s) Work per la realizzazione di un progetto
inedito sono:
Camilla Alberti con un’idea di scultura orizzontale che mette in relazione oggetti di scarto e piante, come metafora per un nuovo modello di convivenza sociale fatto di cicli continui. Eleonora Roaro che presenta un progetto di ricerca su un cinema esistito per oltre un secolo nel quartiere Garibaldi, a evidenziare l’importanza degli spazi culturali nel tessuto urbano come strumento di condivisione e socialità.
Rebecca Agnes, per la sua riflessione sui cambiamenti dei luoghi di una città, a partire dalla quale ricerca non tanto una ricostruzione delle memorie ma, attraverso di esse, un’immagine di ciò che è ora la città.
Menzione speciale infine per il lavoro di Chiara Longo e Rebecca Moccia che si inserisce nel progetto d’archivio generativo.
Si segnala che Yan Duyvendak, Pietro Coletta e Rebecca Agnes inizieranno la loro residenza nei prossimi mesi per impegni pregressi.

La riapertura della Casa è l’occasione per annunciare i risultati della seconda open call “Turno di notte” lanciata nel mese di gennaio per un progetto di lavoro condiviso con il collettivo tedesco Rimini Protokoll, leone d’argento alla Biennale Teatro del
2014.
Gli artisti selezionati sono: Ekin Bozkurt (sound designer), Chiara Campara (video maker), Giulia Ogliarolo (autrice giornalista), Riccardo Tabilio (autore dramatug), Francesco Venturi (compositore).
Il lavoro degli artisti selezionati, coordinato e seguito dai Rimini Protokoll nel ruolo di mentori, ha come tema il lavoro – dal titolo Work, linea guida di tutta la programmazione di #casadegliartisti nel 2020. In particolare, si concentra sul lavoro nel mondo della cultura e dell’arte, reso ancora più attuale e urgente dalla crisi provocata dalla pandemia. Si è deciso di lavorare proprio sulla contingenza considerandola un'opportunità, indagando la mutevole percezione degli spazi e degli operatori culturali. È a partire dal vuoto, dallo stato di incertezza e dalla crisi di valori che il progetto si sviluppa per ragionare in forma artistica sul valore dell’arte, della cultura, dell’innovazione, sul significato di tempo libero e sul suo ruolo nel mercato.

Nel mese di settembre, #casadegliartisti apre le sue porte anche al pubblico e alla città con l’ospitalità di due importanti collaborazioni che rispondono alle linee programmatiche del progetto originario di dare luogo e attenzione ad altre associazioni
e a progetti coerenti con la visione della Casa.
Durante la settimana dedicata dal Comune di #Milano all’Art Week, la Casa ospiterà l’intervento del Gruppo Gina X Casa delle Artiste, degli artisti che si svolgerà dall’8 al 13 settembre e che riaprirà lo spazio espositivo con una nuova significanza di collaborazione e accoglienza.

L’intervento, nato nell’arco di un anno di lavoro in comune, si è sviluppato a partire da una riflessione sulla facoltà emancipatoria delle parole e del linguaggio. Partito dal nome stesso del luogo destinato ad ospitarlo, Si è dapprima appuntato sul nome stesso del luogo destinato ad ospitarlo; che dopo essere stato Casa dei Pittori e in seguito #casadegliartisti, si arricchisce ora e diventa, per una settimana, Casa delle Artiste, degli Artisti. Con questa ridefinizione Gina X dà un segno, felice e costruttivo, della propria presenza, inserendosi nello stesso tempo in modo propositivo ì nelle dinamiche cittadine; si esprime inoltre implicitamente sui cambiamenti avvenuti e su quelli ancora necessari in merito alle questioni di genere. Un arazzo con la nuova denominazione della Casa verrà realizzato per l’occasione.

L’iniziativa ha quindi preso la forma di una richiesta rivolta a oltre trecento persone, di indicare una parola rilevante e significativa di un vissuto, di un sentire, di un valore. Le parole pervenute sono poi entrate nel corpo vivo di un’opera collettiva: un nastro di carta millimetrata, lungo oltre 10 mt realizzato manualmente, installato nella navata del piano terra di #casadegliartisti. La scelta della carta millimetrata sottende un omaggio a Luciano Fabro, per decenni prestigioso abitante della Casa, che soleva farne uso. Le parole verranno anche pronunciate ad opera dell’attrice Elsa Bossi. Altre parole, donate dai visitatori, saranno animate attraverso algoritmi e proiezioni; con questa dilatazione del processo creativo l’opera stessa si espanderà oltre sé stessa e il legame tra i già numerosi coautori e il pubblico partecipante si vedrà rafforzato. Nell’ambito del progetto Gina X ha anche invitato due artiste, Laura Malacart e Concetta Modica a presentare altrettante performance in cui troveranno espressione temi di forte risonanza attuale: alla radice delle azioni ci saranno, rispettivamente, i concetti del rapporto tra linguaggio e storia sociale, e dell’inscindibilità tra sguardo e parola nella poesia e nell’arte.

Casa delle Artiste, degli Artisti comprende infine due laboratori per bambine, bambini e adulte condotto da Paola Gaggiotti. Sempre nell’ambito della settimana dedicata all’Art Week, #casadegliartisti organizza incontri su appuntamento con gli artisti e le artiste presenti in residenza: #sergiobreviario, #giannicaravaggio, #micheleguido, #camillaalberti, Eleonora Roaro, Chiara Longo, Rebecca Moccia, Chiara Campara, Ekin Bozkurt, Giulia Oglialoro, Riccardo Tabilio, Francesco Venturi.

Per informazioni e prenotazioni, scrivere una mail a coordinamento@casadegliartisti.org.

Programma Casa delle Artiste, degli Artisti

Del gruppo Gina X:

8 settembre ore 17:00 - 22:00 opening e lettura a cura di Elsa Bossi

9 settembre ore 18-20: performance Concetta Modica Tessere sguardi

10 settembre ore 18-20: performance Laura Malacart Dancing the Answers

11 settembre ore 18-20: performance Concetta Modica Tessere sguardi

12 settembre ore 14:30 - 16:00 e 17:00 - 18:30: 2 laboratori per bambine, bambini e adulte condotti da Paola Gaggiotti


Anteprima stampa Casa delle Artiste, degli Artisti
Preview stampa: 8 settembre ore 12:00 - 13:00

La seconda importante collaborazione del mese di settembre è l’ospitalità di tre concerti della stagione di musica contemporanea Elettricità, promossa da Sentieri selvaggi. L’Ensemble milanese dedica tre appuntamenti monografici a Philip Glass (martedì 15 settembre), Terry Riley (martedì 22 settembre) e Steve Reich (martedì 29 settembre) e torna al minimalismo – corrente artistica che ne ha segnato profondamente la storia – a partire dalle rivoluzionarie intuizioni dei suoi pionieri. Proprio agli “amici americani” Sentieri selvaggi aveva dedicato la sua prima stagione nel 1998, inaugurata al Teatro di Porta Romana. La nuova stagione torna ai loro lavori della seconda metà degli anni ’60: il materiale musicale si riduce, il tempo diventa terreno di sperimentazione e la musica un flusso di energia. All’ascoltatore è richiesto un cambio di prospettiva, occorre prestare attenzione, fin nei minimi dettagli, a un apparentemente semplice “gesto” musicale e il suo dispiegarsi nel tempo.

● Martedì 15 settembre Extreme Minimalism #1 - PHILIP GLASS «Nella musica occidentale dividiamo il tempo come se dovessimo tagliare un filone di pane; in quella indiana si prendono piccole unità e si legano insieme»: nel 1965, lavorando con Ravi Shankar, Philip Glass sperimentava le potenzialità del ritmo per lo sviluppo della forma. Da questo processo “additivo” sarebbero nate le sue prime composizioni, estreme per essenzialità strutturale: in Two Pages è la linea melodica ad estendersi e a contrarsi, Music in Fifths e Music in similar motion anticipano nel titolo il principio formale sul quale sono costruiti. Strung Out era in programma per il primo concerto pubblico di Glass nel 1967 mentre Arabesque in memoriam, unico brano appartenente a un periodo successivo, è un omaggio al flauto, strumento con cui il compositore americano si è avvicinato alla musica.

● martedì 22 settembre Extreme Minimalism #2 - TERRY RILEY Come per In C, ideato nel 1964 e diventato una sorta di manifesto del minimalismo, nei suoi primi lavori per tastiera Terry Riley costruisce degli “eventi del suono”: la partitura è una serie di pattern da combinare, ad ogni esecuzione il brano è diverso, definito dalle interazioni tra gli interpreti. Dopo aver portato In C alla Triennale di #Milano, alla metropolitana di Brescia e alla Mole Antonelliana di Torino, i musicisti di Sentieri selvaggi si immergono nelle «lunghe meditazioni sonore» dei Keyboard Studies, così definiti dal loro autore. Good Medicine – ultimo quartetto del monumentale ciclo Salome Dances for Peace, scritto nel 1986 per il Kronos Quartet – appartiene a un periodo successivo, in cui il compositore si lascia guidare da un elemento narrativo, in questo caso Salome, tornata a danzare duemila anni dopo la vicenda biblica.

● martedì 29 settembre Extreme Minimalism #3 - STEVE REICH Nel 1965, un anno dopo aver partecipato alla prima performance di In C di Terry Riley, Steve Reich scopre per caso l’effetto musicale causato dal lento sfasamento nel tempo di una stessa frase: due identiche tracce, riprodotte all’unisono, con la voce del predicatore Brother Walter che apostrofa i fedeli dicendo “It’s Gonna Rain”, iniziano progressivamente a sfasarsi a causa dell’imprevista accelerazione di uno dei registratori. It’s Gonna Rain e Come out sono i primi esperimenti di elettronica in cui Reich esplora il phase shifting, trasposto poi in diversi brani di musica strumentale. Tra essi Sentieri selvaggi sceglie Violin Phase, dove il solista dialoga con le voci di quattro violini riprodotte da un nastro magnetico, e due lavori per tastiere del 1970: Four Organs, il più lungo e celebre prolungamento di un unico accordo nel tempo, e il meno conosciuto Phase patterns, in cui i tasti dell’organo sono utilizzati come fossero tamburi intonati.

Settembre segna inoltre la ri-apertura del bistrot “Degustazione”, area ristoro di #casadegliartisti, gestita da Future Fond che disegna uno spazio in linea con l’identità della Casa. Luogo del nutrimento, delle tradizioni e della qualità (prodotti e alimenti), dell’economia, dell’ospitalità e del dialogo (artisti, frequentatori, persone). Degustazione-ristoro e dispensa è uno spazio della Casa che esprime la sua vocazione di atelier-studio-laboratorio. Nella pratica riunisce pubblico e artisti, produttori, artigiani e cuochi per condividere una storia fondata sulla cultura e sul lavoro. A partire dalle materie prime, dal suolo e dal territorio fino all’opera compiuta, da apprezzare con tutti i sensi. La degustazione implica una ricerca di prodotti di qualità e lo studio di connubi fatti ad #arte. Esprime cultura, cura e personalità e si manifesta con un ventaglio di proposte che valorizza qualità e proprietà dei singoli prodotti esaltandone diversità e colori. Degustare è un’esperienza personale, è il gesto individuale dell’assaporare. Introduce approfondimenti a tema di prodotti familiari o da scoprire.