Cookie Consent by Free Privacy Policy website La simmetria della fragilità, a cura di Alberto Salvadori e Luigi Fassi
giugno 04, 2020 - Ica Milano

La simmetria della fragilità, a cura di Alberto Salvadori e Luigi Fassi

Nell'ambito di RISORGIMENTO - MILAN VIRTUAL ART SUMMER
Un progetto della galleria Massimo De Carlo
 
Fondazione ICA Milano
presenta

La simmetria della fragilità

Progetto espositivo virtuale
a cura di Alberto Salvadori e Luigi Fassi
 
Con Maliheh AfnanMiriam CahnLisetta CarmiLouis FratinoArjan MartinsJennifer PackerAndy RobertCathy Josefowitz e Portia Zvavahera.

Da martedì 23 giugno a domenica 5 luglio 2020
Massimo De Carlo Virtual Space: 
www.massimodecarlo.com/vspace

Louis Fratino, 10am, 2019, olio su tela, 22,8 x 30,5 cm. Collezione privata, Qatar. Courtesy Antoine Levi, Paris.

Fondazione ICA Milano presenta La simmetria della fragilità, #mostra collettiva dedicata a uno dei temi più interessanti emersi in questi oltre 70 giorni di convivenza con la pandemia, un progetto concepito e realizzato per il Massimo De Carlo Virtual Space.
 
La #mostra si inserisce nel progetto Risorgimento - Milan Virtual Art Summer promosso durante l'estate dalla galleria Massimo de Carlo che ha invitato cinque spazi espositivi milanesi a sperimentare il connubio tra #arte e realtà virtuale mettendo a disposizione il proprio VSpace. ICA sarà protagonista da martedì 23 giugno a domenica 5 luglio 2020 con la terza proposta espositiva di VSpace.
 
La mostra La simmetria della fragilità è curata da Alberto Salvadori e Luigi Fassi e presenta una selezione di opere di Maliheh AfnanMiriam CahnLisetta CarmiLouis FratinoArjan MartinsJennifer PackerAndy RobertCathy Josefowitz e Portia Zvavahera.
 
Il percorso espositivo virtuale si compone di opere realizzate da autori con differenti origini, enciclopedie conoscitive e generazioni di appartenenza, accomunati però da un approccio al reale caratterizzato da valori riconducibili al concetto di "fragilità".
 
Nella comune accezione contemporanea la fragilità è sbrigativamente annoverata tra le condizioni negative di inferiorità, difetto di origine da correggersi pena la marginalizzazione sociale e la condanna all'inutilità. Esiste tuttavia una linea di pensiero ampiamente seguita, avvalorata dalle riflessioni dell'arte in tutte le sue forme e dalle ricerche della medicina e della psicologia, che vuole nella fragilità celati valori di sensibilità e delicatezza, di dignità e gentilezza. Una qualità primaria della fragilità è la sua capacità di favorire la comprensione dell'altro, aprendo alla dimensione della cura e della comunità, sino all'intuizione dell'indicibile e dell'invisibile che ci accompagnano nella vita.
 
Scrivono i curatori Alberto Salvadori e Luigi Fassi nel testo che accompagna la #mostra:
 
"La fragilità è un equilibrio costantemente instabile ma anche qualcosa che esiste come dato essenziale inerente a ogni momento della condizione umana. Ecco allora che la fragilità è anche uno stato di grazia, come elemento di formazione e crescita attraverso le esperienze in ogni età della vita, e condizione fondativa all'avventura delle esperienze interpersonali.
La fragilità, secondo le parole di Eugenio Borgna, è il destino di ognuno di noi e si intreccia con la coscienza della vulnerabilità della natura umana, in cui ciascuno è persona in quanto aperto a una dimensione relazionale, fatta di parole, gesti di ascolto e accoglienza degli altri".
 
"Le parole, essenzialmente fragili come le immagini, sono in realtà potentissime poiché portatrici di significati inattesi e trascendenti, luminosi e oscuri. Per ascoltare occorre tacere, per vedere occorre ascoltare. Non tutto è dicibile, non tutto è esprimibile; il silenzio di un quadro ci permette così di porci in ascolto senza illuderci di poter spiegare i pensieri e le emozioni che proviamo di fronte ad esso. Il silenzio e la parola che per fragilità tace, possono rivelarsi più potenti, più forti e resistenti di chi parla.
Rifuggire le parole inutili per cercare quelle necessarie richiede lo spazio del silenzio e la ricerca di un altro elemento - la gioia - sospeso tra fragilità e assoluto. La gioia non vive né del passato né del futuro, ma è un momento di meraviglioso accrescimento del presente, radicalmente diverso dalla felicità".
 
Proseguendo l'approccio digitale applicato alla #mostra di Charles Atlas e al calendario di lecture Connessioni Inventive, realizzato in collaborazione con il MAN di Nuoro, #fondazione ICA Milano compie un nuovo passo verso la sperimentazione virtuale immaginando nuove modalità di diffusione e promozione delle arti contemporanee attraverso una modalità di interazione a distanza che diventa immersiva grazie alla tecnologia 3D.

Portia Zvavahera, Cover Me, 2017, inchiostro e olio su tela, 203 x 126 cm. Collezione privata. Courtesy Stevenson Gallery, Johannesburg, Cape Town.
 GLI ARTISTI
 
Maliheh Afnan (1935 Haifa, Palestina - 2016 Londra, Regno Unito).
Miriam Cahn (1949 Basilea, Svizzera). Vive e lavora a Stampa, Svizzera.
Lisetta Carmi (1924 Genova, Italia). Vive a Cisternino, Brindisi, Italia.
Louis Fratino (1993 Annapolis, USA). Vive e lavora a New York, USA.
Arjan Martins (1960 Rio de Janeiro, Brasile). Vive e lavora Rio de Janeiro, Brasile.
Jennifer Packer (1984 Philadelphia, USA). Vive e lavora a New York, USA.
Andy Robert (1984 Les Cayes, Haiti). Vive e lavora a New York, USA.
Cathy Josefowitz (1956 New York, USA – 2014 Ginevra, Svizzera).
Portia Zvavahera (1985 Harare Zimbabwe. Vive e lavora ad Harare, Zimbabwe.

I CURATORI
 
Alberto Salvadori (1969, Italia)
Si laurea in Storia dell'Arte presso l'Università di Pisa, dove consegue anche la Specializzazione in Storia dell'Arte Moderna e Contemporanea dei Paesi Europei. Ha studiato presso la Sussex University e la Reading University e nel 2001 consegue il master in studi curatoriali presso l'Accademia d'Arte di Brera a Milano. Ha curato il catalogo della collezione della Galleria d'Arte Moderna Palazzo Pitti a Firenze e dal 2009 al 2016 ha diretto il Museo Marino Marini di Firenze. Dal 2017 è curatore delle sezioni Established Masters e Decades per la fiera d'arte moderna e contemporanea MiArt.
Attualmente è Direttore di OAC, progetto della #fondazione CR Firenze e dal 2019 è alla direzione di ICA Milano, #fondazione privata non-profit fondata dallo stesso Salvadori insieme a Bruno Bolfo, Giancarlo Bonollo, Enea Righi e Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente dell'istituzione.

I CURATORI
 
Alberto Salvadori (1969, Italia)
Si laurea in Storia dell'Arte presso l'Università di Pisa, dove consegue anche la Specializzazione in Storia dell'Arte Moderna e Contemporanea dei Paesi Europei. Ha studiato presso la Sussex University e la Reading University e nel 2001 consegue il master in studi curatoriali presso l'Accademia d'Arte di Brera a Milano. Ha curato il catalogo della collezione della Galleria d'Arte Moderna Palazzo Pitti a Firenze e dal 2009 al 2016 ha diretto il Museo Marino Marini di Firenze. Dal 2017 è curatore delle sezioni Established Masters e Decades per la fiera d'arte moderna e contemporanea MiArt.
Attualmente è Direttore di OAC, progetto della #fondazione CR Firenze e dal 2019 è alla direzione di ICA Milano, #fondazione privata non-profit fondata dallo stesso Salvadori insieme a Bruno Bolfo, Giancarlo Bonollo, Enea Righi e Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente dell'istituzione.

Fondazione ICA Milano – Istituto Contemporaneo per le Arti è una #fondazione privata non profit dedicata alle arti e alla cultura contemporanea, alla ricerca e alla sperimentazione, nella quale convergono diverse forze e tipologie di protagonisti del mondo dell'arte: artisti, collezionisti, professionisti del settore, appassionati.
Diretto da Alberto Salvadori, ICA è il primo Istituto Contemporaneo per le Arti che sorge al di fuori del mondo anglosassone, situato nell'ex area industriale di via Orobia a Milano.
L'attività dell'Istituto si sostanzia in un'offerta alla città e al pubblico, dove condivisione e partecipazione sono le parole chiave per comprenderne l'attitudine. Mostre, editoria d'arte, ceramica, cinema, performance, musica, letteratura, attività seminariali di divulgazione, formazione, educazione e molto altro ancora costruiranno un percorso improntato su interdisciplinarità e transmedialità.
Espressione di una precisa identità 'milanese' che storicamente mette in relazione l'iniziativa privata con la dimensione istituzionale, ICA trova ispirazione nella cultura del give back, ossia restituire per condividere.