Cookie Consent by Free Privacy Policy website Chiusa fino al 3 aprile 'JACQUES HENRI LARTIGUE. L’invenzione della felicità. Fotografie' alla Casa dei Tre Oci di Venezia
marzo 19, 2020 - Casa dei Tre Oci

Chiusa fino al 3 aprile 'JACQUES HENRI LARTIGUE. L’invenzione della felicità. Fotografie' alla Casa dei Tre Oci di Venezia

In ottemperanza al Dpcm dell’8 marzo 2020, che reca ulteriori misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19 sull'intero territorio nazionale, la #mostra rimarrà chiusa fino al 3 aprile 2020.

 

La #casadeitreoci di #Venezia riapre al pubblico mercoledì 4 marzo 2020 con la mostra Jacques Henri Lartigue. L’invenzione della felicità. Fotografie, secondo le disposizioni e le modalità previste dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° marzo 2020, in merito all'evoluzione del COVID-19.

L’esposizione è la più ampia retrospettiva mai organizzata in Italia, dedicata al fotografo francese #jacqueshenrilartigue (1894-1986).

L’invenzione della felicità, curata da Marion Perceval e Charles-Antoine Revol, rispettivamente direttrice e project manager della Donation #jacqueshenrilartigue, e da Denis Curti, direttore artistico della #casadeitreoci, è organizzata da Civita Tre Venezie e promossa da Fondazione di #Venezia, in stretta collaborazione con la Donation #jacqueshenrilartigue di Parigi, con il patrocinio del Ministero della Cultura francese.

La rassegna presenta 120 immagini, di cui 55 inedite, tutte provenienti dagli album fotografici personali di Lartigue, dei quali saranno esposte alcune pagine in fac-simile. A queste si aggiungono alcuni materiali d’archivio, libri quali il Diary of the Century (pubblicato con il titolo “Instants de ma vie” in francese), riviste dell’epoca, un diaporama con le pagine degli album, tre stereoscopie con immagini che rappresentano paesaggi innevati ed eleganti scenari parigini. Questi documenti ripercorrono la sua intera carriera, dagli esordi dei primi anni del ‘900 fino agli anni ‘80 e ricostruiscono la storia di questo fotografo e la sua riscoperta. Il 1963 è in tale contesto un anno cruciale: John Szarkowski, da poco nominato direttore del dipartimento di #fotografia del MoMa – il Museum of Modern Art di New York, espone i suoi lavori al #museo newyorkese, permettendogli di raggiungere il successo quando Lartigue è vicino ormai ai settant’anni.

Il percorso de L’invenzione della felicità si articola intorno a questi grandi momenti di riscoperta dell’opera di Lartigue, a cominciare dalla rassegna del #museo newyorkese, durante la quale sono presentati i suoi primi scatti precedenti la Prima Guerra Mondiale, e che fanno di lui l’enfant prodige della #fotografia. Ispirato dai giornali e dalle riviste illustrate di quest’epoca, Lartigue s’interessa alla ricca borghesia parigina che si ritrovava ai Grandi premi automobilistici, alle corse ippiche di Auteuil, oltre che agli uomini e alle donne eleganti che le frequentavano.

“La ‘parte di mondo’ di Lartigue - scrive Denis Curti nel suo testo in catalogo - è quella di una Parigi ricca e borghese del nouveau siècle, e anche quando l’Europa verrà attraversata dagli orrori delle due guerre mondiali, Lartigue continuerà a preservare la purezza del suo microcosmo fotografico, continuando a fissare sulla pellicola solo ciò che vuole ricordare, conservare. Fermare il tempo, salvare l’attimo dal suo inevitabile passaggio. La #fotografia diventa per Lartigue il mezzo per riesumare la vita, per rivivere i momenti felici, ancora e ancora”.

A seguito del successo ottenuto con la #mostra al MoMa, verso la fine degli anni ‘60, Lartigue incontra #richardavedon e Hiro, due tra i più influenti fotografi di moda di allora, che si appassionano immediatamente alla sua #arte.
Avedon, in particolare, gli propone presto di realizzare un lavoro che prenda la forma di un “giornale fotografico”, mostrando un po’ di più degli archivi di Lartigue. Aiutato da Bea Feitler, l’allora direttrice artistica di Harper’s Bazaar, pubblicano nel 1970 il Diary of a Century che lo consacra definitivamente tra i grandi della #fotografia del XX secolo.

Tuttavia, Lartigue non è più da tempo il fotografo amatoriale di inizio secolo. Dagli anni ‘40 pubblica le sue fotografie su riviste, combinando i suoi incontri mondani e le inquadrature ricercate.

Dopo l’approfondimento del periodo della sua riscoperta, le ultime sezioni si concentrano sugli anni ‘70 e ‘80, segnati dalle collaborazioni con il mondo del cinema, dove lavora come fotografo di scena per numerosi film, e della moda. L’occhio di Lartigue, tuttavia, non riuscì mai ad allontanarsi dalla vita di tutti i giorni, immortalando sempre molti dettagli curiosi e carichi d’ironia.

Un interessante focus è inoltre riservato alle memorie che Lartigue scrisse negli anni ‘60 e ‘70, quando inizia a ricomporre i suoi album nei quali aveva raccolto tutti i suoi scatti.

La #mostra è accompagnata da un catalogo bilingue Marsilio Editori, con una testimonianza di Ferdinando Scianna.

Dal 29 febbraio al 26 aprile 2020, nelle sale De Maria della #casadeitreoci, si tiene la personale di Daniele Duca (Ancona, 1967), dal titolo Da Vicino, che presenta una serie di scatti di oggetti (grucce, penne, trame di tessuti, pasta, peperoni) che, privati del loro contesto, diventano delle nature morte contemporanee.

 

Note biografiche
Jacques Henri Lartigue nasce il 13 giugno del 1894 a Courbevoie (nella regione dell’Île-de-France) da una famiglia facoltosa, il padre Henri è un uomo d'affari appassionato di #fotografia. Nel 1899 la famiglia si trasferisce a Parigi.
Nel 1902 all'età di sette anni, Lartigue riceve in regalo dal padre la sua prima macchina fotografica. La sua attività di fotografo inizia qui: scatta e sviluppa le proprie foto dapprima con l'aiuto del genitore e subito dopo da solo. Ritrae il mondo che gli sta attorno, parenti, amici e, più in generale, la quotidianità della borghesia.
A partire dal 1904 inizia con alcuni esperimenti fotografici. L'esempio più rappresentativo di queste prove è costituito dalle sovrimpressioni per creare foto di “pseudo fantasmi”. Automobili e aeroplani, ma più in generale il movimento, diverranno poi tra i soggetti preferiti da Lartigue.
In questi anni comincia a delinearsi la filosofia che poi caratterizzerà tutta la sua vita: il culto della felicità, la ricerca di un idillio che non possa essere turbato da traumi profondi. Tale ideale, che si rispecchia a pieno con il periodo della Belle Époque, viene rappresentato dalle fotografie di serate mondane e eleganti dame a passeggio al Bois de Boulogne, che lo interessano fin da giovane.
Parallelamente in piena prima guerra mondiale, Lartigue decide di dedicarsi alla pittura. In questi anni, lavora anche come scenografo, illustratore e fotografo di scena, iniziando a frequentare personalità di spicco del mondo dell’arte e cinema.
Grazie ad Albert Plecy, influente personalità del mondo della #fotografia in Francia, nel 1954 viene fondata l'associazione Gens d'Images e Lartigue ne diviene il vicepresidente. L’anno seguente Lartigue espone per la prima volta le sue fotografie alla Galerie d'Orsay, accanto ai lavori di Brassaï, Doisneau, e Man Ray.
Il suo nome comincia a circolare, ma la sua vera fortuna come autore fotografico arriva soltanto nel 1963, anno in cui il MoMA di New York gli dedica la personale The Photographs of #jacqueshenrilartigueIl portfolio della #mostra viene pubblicato sul vendutissimo numero di Life dedicato all’assassinio del presidente Kennedy, e il nome e l’opera del fotografo vengono resi noti ad un pubblico vastissimo.
Altre esposizioni e la pubblicazione di vari libri dedicati alla sua opera, fra i quali The Family Album, edito da Ami Guichard nel 1966, e Diary of a Century, ideato da #richardavedon, ne rafforzeranno in seguito la fama, al punto che nel 1974 diventerà fotografo ufficiale del presidente francese.
Da allora, pur continuando a fotografare per se stesso, dedicherà molto del suo tempo alle commissioni di riviste di moda e arti decorative.
Muore il 12 settembre del 1986 a Nizza, all’età di novantadue anni, restando nell’immaginario della gente come il testimone privilegiato di un’età d’oro.
Nel 1979, #jacqueshenrilartigue donò la sua collezione di fotografie, diari e macchine fotografiche allo stato francese. Le opere sono conservate alla Médiathèque de l’architecture et du patrimoine, e la Donation Jacques Henri Lartigue conserva e gestisce la collezione.


 

JACQUES HENRI LARTIGUE. L’invenzione della felicità. Fotografie

 

Sede

Casa dei Tre Oci

Fondamenta delle Zitelle, 43, Giudecca, Venezia

 

Vaporetto

Fermata Zitelle

Da piazzale Roma e dalla Ferrovia linea 4.1 - 2

Da San Zaccaria linea 2 - 4.2

 

Date

29.02 > 12.06.2020

 

Orari

Tutti i giorni 10-19; chiuso martedì

 

Info

tel. +39 041 24 12 332; info@treoci.orgwww.treoci.org 

#treoci #lartiguetreoci #linvenzionedellafelicità

 

Prenotazioni (obbligatorie per i gruppi)

Ticket One. Call center: 199 757519

 

Biglietti

13,00 € intero

11,00 € ridotto studenti under 26 anni, over 65, titolari di apposite convenzioni

9,00 € ridotto speciale gruppi superiori alle 15 persone, ridotto speciale ogni mercoledì per i residenti e nati nella città metropolitana di #Venezia;

8,00 € ogni giovedì per i possessori di carta Feltrinelli; possessori del biglietto d'ingresso alle mostre delle sedi espositive delle Gallerie d’Italia; MyPass

6,00 € studenti Ca’ Foscari e Iuav (promozione estesa a tutti gli studenti il venerdì); associati Ca’ Foscari Alumni

26,00 € ridotto famiglia (2 adulti + 2 under 14)

5,00 € ridotto scuole

Gratuito, bambini fino ai 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo, disabili e accompagnatore, due insegnanti accompagnatori per classe, giornalisti con tessera, guide turistiche

 

Visite guidate

Per gruppi da 15 a 25 persone solo su prenotazione info@treoci.org  

Italiano € 100,00, Inglese € 120,00

 

Dog friendly