Cookie Consent by Free Privacy Policy website Baglio di Pianetto: conclusa la Vendemmia 2019
ottobre 30, 2019 - Baglio di Pianetto

Baglio di Pianetto: conclusa la Vendemmia 2019

57 giorni di vendemmia e grande attenzione nella raccolta temporale e selettiva delle uve. Confermate le tendenze di un leggero calo produttivo. L’andamento climatico e l’orografia delle tenute sono gli elementi salienti della vendemmia di #bagliodipianetto. La previsione sull’annata: i bianchi spiccheranno per eleganza olfattiva, freschezza e sapidità. Per i vini rossi, struttura ma grande equilibrio e longevità. #renatodebartoli: “E’ la vendemmia che sento più mia. Grandi premesse dalle uve raccolte”. 

Palermo – 30 ottobre 2019 – Una chiave di lettura più attenta della vendemmia 2019, a #bagliodipianetto, la troviamo passeggiando tra i vigneti della Tenuta di Santa Cristina Gela, nell’immediato entroterra di #palermo. C’è qualcosa di insolito per questo fine ottobre ancora mite, fatta eccezione, per qualche scroscio di pioggia. Le chiome sono prevalentemente ancora verdi e lucenti. Il rosso e l’arancio dell’autunno non sono arrivati tra i filari di Insolia, Catarratto e Viognier. Sintomo chiaro di un ciclo vegeto produttivo delle viti più lungo e protratto nel tempo, con fioriture più tardive e maturazioni dei grappoli assai più lente e progressive, quelle che nelle regioni più calde, vorremmo avere ogni anno, per portare a casa una materia prima con queste caratteristiche così interessanti per il lavoro successivo in cantina. 

Lo staff tecnico messo in campo da #renatodebartoli, che vede l’esordio dell’enologo Mattia Filippi al suo fianco, ha curato molto le fasi pre vendemmiali nei vigneti, compiendo un monitoraggio assiduo nei diversi contesti pedoclimatici – delle vere e proprie microzone  - che, per orografie, esposizioni e varietà impiantate, hanno potuto dispiegare pienamente le potenzialità di interazione tra vitigno e territorio. Una vendemmia più lunga, quindi, protratta nel tempo, all’interno dello stesso perimetro aziendale e registrato sulle stesse varietà.  “Lo sviluppo vegeto produttivo delle piante, seppur iniziato con un ritardo in media di due settimane (ma su alcune varietà è stato ancora più lungo N.d.R.) è stato più che ottimale – spiega Mattia Filippi – con chiome ben sviluppate e attive che hanno alimentato tutti i processi fisiologici sino alla maturazione che è stata lenta sia per le varietà bianche che per quelle rosse, prodotte a Noto”. 

“E’ stata una bella vendemmia – afferma #renatodebartoli, AD di #bagliodipianetto – perché gestita in piena prossimità nel vigneto e con un approccio che, anche grazie all’andamento climatico intervenuto, ci ha spinto ad esasperare i processi di monitoraggio della fase pre vendemmiale, in entrambe le Tenute. E’ stata una vendemmia che ha seguito punto su punto ciò che avveniva nei vigneti, assaggiando le uve e compiendo un numero di analisi mai così fitto e attento. Percepivamo già il valore di questa vendemmia che, devo dire, sento davvero pienamente mia. Sintetizzerei così: grandi premesse dalle uve raccolte. Ora in cantina vanno mantenute ed esaltate”. 

Baglio di Pianetto, con la Tenuta di Santa Cristina Gela, dispone di una marcata biodiversità grazie a due fattori convergenti: la posizione ad un’altimetria insolita per la Sicilia (oltre i 600 metri s.l.m.) e la ricchezza pedologica e orografica che, se rispettata e letta con “l’approccio filologico” voluto da #renatodebartoli,  riesce ad amplificare le diversità e le sfumature espressive delle uve e , in assoluto, dei vini ottenuti.

Questi contesti produttivi, assieme alle scelte storiche di impianto delle varietà indigene ed internazionali nei diversi terroir presenti in azienda, hanno consentito di condurre una raccolta delle uve distribuita in 57 giorni,sia nei vigneti nella Tenuta di Pianetto che nella Tenuta di Baroni a Noto. Queste condizioni uniche permettono di individuare il giusto momento per la raccolta delle uve per ottenere i vini con la massima espressione qualitativa e dell’impronta dovuta alle caratteristiche territoriali distintive di questo areale. 

Si è iniziato con le uve di Insolia il 24 agosto per la base spumante Fushá a Pianetto, e il 29 agosto nella Tenuta di Baroni con la raccolta del Moscato di Noto. Ultime uve ad essere raccolte, il 19 ottobre,quelle di  Nero d’Avola e di Petit Verdot.

Produzione leggermente minore ma nel solco dello storico aziendale e di una filosofia produttiva, sempre molto attenta all’equilibrio di carico per pianta, perché i vini si fanno già nel vigneto, per fare qualità.  Per le vinificazioni appena concluse dei vini bianchi si confermano  carattere e aromi che già si manifestavano all’assaggio degli acini in pre vendemmia, “con un chiaro profilo di vini di montagna, fragranti e sapidi”. L’Insolia e il Viognier confermano quella matrice distintiva e identitaria voluta e ricercata con coerenza da #bagliodipianetto che si riassumono in eleganza, verticalità e premessa di longevità di questi vini. Il Grillo e il Catarratto, per composizione dei suoli, pendenze e altura, privilegiano e raggiungono una grande espressione del territorio.

A Noto il Syrah si distingue per essere un grande interprete di quel territorio, soprattutto in estati più fresche rispetto alla media, come è avvenuto per questa annata. Anche in questo caso, piante in grande equilibrio produttivo. La raccolta dei grappoli è partita il 4 settembre e i vini ottenuti, di grande struttura e personalità, hanno beneficiato delle temperature più basse rispetto alle medie storiche, donando un surplus di freschezza ed eleganza gusto-olfattiva. Infine parliamo di Nero d’Avola. A #bagliodipianetto è stato raccolto con più di un mese di ritardo rispetto all’epoca vendemmiale consueta. Questa maturazione lenta e costante ha preservato freschezza, esaltando acidità e componenti aromatiche molto fruttate di ciliegia e ribes. Gli equilibri ottenuti permetteranno ai vini di aggiungere grandi e più ampi traguardi di longevità.