Cookie Consent by Free Privacy Policy website Mariella Simoni. 1975 – 2018 alla Villa delle Rose a Bologna
novembre 01, 2018 - Mambo

Mariella Simoni. 1975 – 2018 alla Villa delle Rose a Bologna

Istituzione #bologna Musei | Villa delle Rose

Mariella Simoni. 1975 – 2018
A cura di Barbara Vanderlinden

29 settembre – 11 novembre 2018
#inaugurazione venerdì 28 settembre 2018 h 17.30


Villa delle Rose prosegue la sua programmazione espositiva - dal 2018 improntata a un posizionamento e una progettualità dal taglio internazionale - con #mariellasimoni. 1975 - 2018,mostra che, grazie allo sguardo curatoriale di Barbara Vanderlinden,riscopre e rilegge il percorso ormai quarantennale di un’importante artista italiana, che ha fatto dell’apertura al mondo e dell’attitudine al nomadismo una delle sue cifre stilistiche ed esistenziali.

L’esposizione inaugura il 28 settembre alle h 17.30 e rimane aperta al pubblico dal 29 settembre all’11 novembre 2018. Sono visibili oltre venti opere che coprono un arco di tempo compreso tra gli esordi degli anni Settanta fino agli sviluppi più recenti e spaziano tra le diverse tecniche con le quali #mariellasimoni si è confrontata: #installazione, pittura, disegno, ceramica, interventi con elementi botanici o con il vetro.
Alcuni importanti lavori che hanno fatto parte di mostre seminali per lo sviluppo del suo percorso artistico, sono stati ricostruiti e resi nuovamente visibili dopo quarant’anni a Villa delle Rose, ad esempio Cinque stanze#installazione realizzata nel 1978 nel suo appartamento di Via Crivelli a Milano, a pochi passi dalla Galleria Luigi De Ambrogi – oppure Sedia, esposto all’interno di All’altezza del cuore, alla GalleriaKaren e Jean Bernier di Atene nel 1980.
In questo periodo, nel 1978, troviamo un punto di contatto con la Galleria d’Arte Moderna di #bologna, della quale il #mambo ha raccolto l’eredità: #mariellasimoni partecipa, con l’intervento Sciarada, a Cara morte (Gavirate, Varese, 30 aprile 21 maggio 1978), rassegna con la quale l’allora direttore della GAM Franco Solmi creò un “gemellaggio” in occasione della grande #mostra su più sedi Metafisica del Quotidiano (giugno – settembre 1978), ospitandone anche la documentazione nel catalogo dell’esposizione.

La peculiare natura del lavoro di #mariellasimoni rende complesso fare una selezione tra le sue opere: da una parte un ampio ventaglio di registri espressivi, dall’altra una relativamente ridotta gamma di tematiche ricorrenti, sulle quali torna sovente, affrontandole da angolazioni diverse e servendosi di media differenti. Partendo da questi presupposti, l’intento curatoriale di Barbara Vanderlinden non è stato tanto quello di costruire una retrospettiva rappresentativa dei principali lavori dell’artista e proporre un corpus omogeneo di opere, quanto quello di portare alla luce connessioni nascoste, generando nuove e inedite prospettive.


I lavori in #mostra, allestiti su entrambi i piani di Villa delle Rose, fanno riferimento principalmente a tre momenti della carriera dell’artista: le installazioni del primo periodo (1976-1980), i dipinti realizzati tra gli anni Ottanta e Duemila e alcuni nuovi dipinti e interventi site-specific.


Nata a Desenzano del Garda nel 1948, #mariellasimoni studia Storia dell’Arte e Filosofia tra Parma e Milano e, durante gli anni Settanta, è a Parigi, a seguire i seminari dello psicoanalista Jacques Lacan. Si è stabilita per brevi periodi, spesso tornandovi più volte, in metropoli quali Parigi, Vienna, Milano, Atene, New York, Tokyo. In Italia, a Desenzano, ma anche in Francia, in Belgio, in Austria e in Grecia ha organizzato le proprie residenze e i propri studi d’artista senza mai mettere radici, spesso scegliendo località immerse nella natura.

Questa continua mobilità tra luoghi diversi, il viaggio che genera percorsi mentali da cui scaturiscono altri viaggi e altri soggiorni, ha improntato la vita dell’artista e si riflette nei suoi lavori: le installazioni sono “stanze viventi” nelle quali gli elementi costitutivi dell'esistenza sono sia inanimati che animati, dove spesso gli oggetti sono ricoperti da piante, in cui gli organismi viventi equilibrano o squilibrano la vita stessa. Nei dipinti, specie quelli di grandi dimensioni, l’artista agisce come una performer, come scrive Barbara Vanderlinden in catalogo: “applicando continuamente strati di movimento sopra grandi tavole di legno, movimenti continui che si protraggono per lunghi periodi, a volte per settimane, e pertanto rappresentano ed esprimono il tempo che l’artista trascorre in un determinato luogo. Queste opere incarnano le avventure della sua anima fra i tanti artisti e luoghi che ha incontrato”.

Il percorso espositivo, facendo dialogare le installazioni con i dipinti di grandi e piccole dimensioni di diversi periodi per affinità elettive e non cronologiche, evidenzia alcuni temi ricorrenti nel lavoro dell’artista: l’intelletto, la psicologia, la questione del sé, la soggettività in relazione alle forme espressive. Essendosi affermata in Italia a partire dagli anni Settanta, #mariellasimoni non è stata estranea alle dinamiche dei movimenti artistici coevi, in particolare dell’Arte Povera, tuttavia ha mantenuto una chiara autonomia intellettuale, con un approccio differente, che si distingue per lo sguardo rivolto verso l’interiorità, per la volontà di esporsi mettendo a nudo in ogni opera il processo creativo e il contenuto emotivo.

Scrive Denys Zacharopoulos in catalogo: “facendo appello tanto alla teoria e alla storia dell’arte quanto all’azione e all’emozione artistica, il suo linguaggio organizza il violento incontro fra atto e materia, intensità ed espansione, senso e significazione, idea e azione.

La questione della presenza e dell’assenza è subito centrale nella sua arte e nella sua perseverante ricerca. È proprio questo problema a determinare sempre l’intensità fisica della pratica visiva che sviluppa, così come l’estensione mentale della dimensione poetica che le è propria.”

Riportando all’attenzione del pubblico e degli studiosi un’artista non ancora sufficientemente scandagliata nella complessità del suo lavoro, la #mostra non vuole essere un approdo bensì un’introduzione e un’interpretazione, un punto di partenza per stabilire e approfondire delle relazioni con il suo pensiero e i riverberi sull’arte di oggi. Citando nuovamente Zacharopoulos: “Mariella Simoni è un'artista profetica, una pittrice dal movimento infinito e dal pensiero consolatore. In un’epoca in cui il mondo sembra crollare in ogni sua parte, l’opera di Simoni sorge di fronte a noi e, con ferma gentilezza, continua a fissare l’orizzonte”.

Mariella Simoni. 1975 – 2018 è accompagnata da un volume omonimo ricco di immagini delle opere pubblicato da Edizioni MAMbo, con le premesse istituzionali di Roberto Grandi e Lorenzo Balbi, il testo curatoriale di Barbara Vanderlinden, le riproposizioni dei saggi sull’artista firmatida Yehuda E. Safran e Denys Zacharopoulos e un’intervista a #mariellasimoni a cura di Lorenzo Balbi e Barbara Vanderlinden.

L’esposizione sarà aperta il venerdì dalle h 14.00 alle 18.00, il sabato e la domenica dalle h 10.00 alle 18.30.
Una visita guidata a cura del Dipartimento educativo #mambo si terrà ogni sabato alle h 17.00 (29 settembre e 27 ottobre condotta da Lorenzo Balbi), mentre ogni domenica dalle h 14.30 alle h 18.30 sarà possibile vedere la #mostra con con un servizio gratuito di mediazione.
Domenica 7 ottobre alle h 16.00 si terrà il laboratorio per famiglie con bambini dai 5 agli 11 anni dal titolo Lontano da me. Come l’arte conduce oltre il reale.

In occasione della quattordicesima edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, sabato 13 ottobre la #mostra è aperta con ingresso gratuito.

Si ringraziano per la preziosa collaborazione: Konstantinos Papageorgiou, Elisa Ghidini, Francesca Cavola e tutti i collaboratori di Crown World Wide - dipartimento Fine Arts di Milano, F.G. Pasquini, Luigi Margelli, Cose d’altre Case.



Informazioni generali:
www.mambo-bologna.org – info@mambo-bologna.org

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