La famiglia che porta il nome dello storico team di Eddy Merckx si impegna in un progetto di solidarietà a favore degli eroi sfortunati della bicicletta
Perché Londra
Come fosse una sorpresa della macchina del tempo, dopo oltre quarant’anni, quasi per incanto ricompare nel #ciclismo il mitico marchio #molteni. La circostanza si verifica al #queenelisabetholympicpark, con l’inizio della Sei Giorni di Londra, nel corso della quale due coppie di atleti riportano alla memoria degli sportivi il brand dell’azienda alimentare milanese e la mitica maglia color camoscio-blu che caratterizzò questa formazione ciclistica nei suoi 18 anni di attività (dal 1958 al 1976), accompagnando le vittorie di tanti grandi campioni, e di uno (Eddy Merckx) più di tutti.
La scelta della Sei Giorni di Londra per questo “revival” non è casuale, trattandosi di un grande evento internazionale nel Paese che più di ogni altro nell’ultimo decennio si è imposto alla ribalta dello sport ciclistico. Né è casuale che ciò avvenga all’interno di un velodromo, visto che negli anni gloriosi i campioni della #molteni erano protagonisti anche su pista regalando nella stagione invernale grandi emozioni in attesa di tornare alla ribalta nella gare su strada.
Obbiettivo solidarietà
L’operazione messa a punto con gli organizzatori della Sei Giorni di Londra non ha alcuna finalità commerciale, considerando che il marchio #molteni è uscito dal mercato da moltissimi anni, né prelude a nuove attività di sponsorizzazione da parte della famiglia #molteni nel mondo sportivo. L’intendimento è piuttosto ricordare la figura di Ambrogio #molteni ed il suo impegno nel #ciclismo annunciando proprio a Londra un’importante iniziativa di solidarietà.
La famiglia #molteni ha infatti avviato la costituzione di una Fondazione intitolata ad Ambrogio #molteni. Mario e Pierangela #molteni, figli del fondatore della squadra, sono venuti a Londra per presentare questo importante progetto il cui lancio ufficiale è previsto nel primo bimestre del 2019.
Perché una Fondazione
Mission della Fondazione sarà portare un aiuto concreto ad ex professionisti del #ciclismo mondiale in difficoltà perché caduti in indigenza o rimasti vittime di infortuni invalidanti o per diverse vicissitudini. L’attenzione della Fondazione potrà riguardare anche casi di giovani talenti il cui cammino verso il successo nel #ciclismo professionistico sia stato compromesso da gravi incidenti.
L’appuntamento di Londra segna dunque l’avvio di questa iniziativa che si tradurrà in attività di charity e di fund-raising per poter dare almeno a qualche ex corridore il sollievo morale ed economico di cui ha bisogno. “In tutto lo sport non è raro incontrare storie molto amare di protagonisti caduti in disgrazia – spiega #mariomolteni – a causa di disavventure, scelte sbagliate o ogni altro tipo di circostanza; il #ciclismo non fa eccezione in tal senso, talvolta anche per le conseguenze di gravi episodi traumatici in corsa o in allenamento. Il nome della nostra famiglia ha significato molto nel #ciclismo e noi vogliamo appunto ricordare nostro padre impegnandoci nell’attivare un circuito virtuoso che possa portare sollievo ai protagonisti meno fortunati del nostro sport”.
I colori della leggenda
Rispolverare il marchio e l'immagine di #molteni - rimanendo fedeli alla grafica ed ai colori di allora - è funzionale a dare un senso storico all’impegno che la famiglia #molteni intende portare avanti nel #ciclismo.
Ecco perchè alla Sei Giorni di Londra il marchio #molteni appare sulle maglie iridate della coppia tedesca formata da Roger Kluge e Theo Reinhardt, campioni del mondo di Madison. Viceversa la coppia britannica composta da Adam Blythe e Jon Dibben indossa proprio la gloriosa maglia della formazione #molteni con l’inconfondibile color camoscio che Ambrogio #molteni scelse per la sua squadra ispirandosi ai camion che trasportavano i prodotti alimentari dell’azienda. La collaborazione tra la famiglia #molteni e la Sei Giorni di Londra viene presentata anche al pubblico prima del via documentando cosa questa squadra abbia rappresentato nel #ciclismo di quegli anni.
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