Balthasar Burkhard
Dal documento alla #fotografia monumentale
10 giugno – 30 settembre 2018
#museo d’arte della Svizzera italiana, #lugano sede LAC #lugano Arte e Cultura
La #mostra è organizzata in collaborazione con
Folkwang Museum di Essen, Fotomuseum e Fotostiftung Schweiz di Winterthur
Coordinamento e allestimento a cura di Guido Comis e Diego Stephani
Il #museo d’arte della Svizzera italiana di #lugano dedica una #mostra monografica all’opera del fotografo e artista svizzero #balthasarburkhard (Berna, 1944-2010). L’esposizione, organizzata in collaborazione con il Folkwang Museum di Essen, il Fotomuseum e
la Fotostiftung di Winterthur, ripercorre l’intera carriera di Burkhard documentando tanto la sua attività di cronista della scena artistica internazionale fra gli anni Sessanta e Settanta, che le opere attraverso cui contribuì a rivoluzionare la pratica della #fotografia.
La #mostra Balthasar Burkhard. Dal documento alla #fotografia monumentale muove dalle immagini giovanili realizzate durante l’apprendistato nel segno della #fotografia di reportage e documentaria degli anni Sessanta e ripercorre poi, attraverso un’ampia selezione di scatti, il suo lavoro di cronista della scena artistica internazionale a fianco del celebre curatore Harald Szeemann. La memoria delle esposizioni di Szeemann che hanno segnato un’epoca come When Attitudes Become Form alla Kunsthalle di Berna nel 1969 e Documenta 5 del 1972, e delle installazioni e performance che le caratterizzavano, si conserva oggi grazie agli scatti di Burkhard.
Pur lavorando come fotocronista Burkhard aspira a lasciare il segno come artista. Insieme all’amico e collega Markus Raetz realizza le sue prime fotografie riprodotte in grande formato su tela. I soggetti – un letto coperto da un lenzuolo gualcito, un grande foglio di carta sul pavimento, una finestra coperta da una tenda – creano un’interferenza fra l’immagine e la tela di supporto che non viene tesa, ma ricade in morbide pieghe. Nella scelta insolita della riproduzione in grande formato, così come nell’approccio concettuale, la #fotografia dialoga dunque con le altre forme d’arte dell’epoca.
Fra la metà degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, Burkhard soggiorna negli Stati Uniti. Rientrato in Svizzera nel 1983 viene invitato a esporre alla Kunsthalle Basel e nel 1984, insieme a Niele Toroni, al Musée Rath di Ginevra. Nascono allestimenti in cui il corpo ingigantito fino ad assumere dimensioni monumentali si trasforma in paesaggio o elemento architettonico. Al MASI sarà possibile ammirare una serie di gambe, originariamente esposte a Basilea, che percorrono come colonne i tre lati di una sala. Verrà inoltre riproposto l’allestimento concepito per il Musée Rath, in cui l’astrazione di Toroni, caratterizzata dalla ripetizione di impronte di pennello, è messa in relazione con una serie di fotografie di grande formato di Burkhard. La #fotografia si emancipa dunque dalla dimensione tradizionale, dal formato maneggevole, per divenire #installazione spaziale, quasi a mettere alla prova, come altre forme d’arte in quel periodo, i limiti architettonici degli spazi espositivi tradizionali.
Nel corso della propria carriera Burkhard si dedica a più riprese al ritratto. Se negli anni di lavoro come fotocronista l’obiettivo è rivolto agli artisti impegnati nella creazione delle proprie opere, in seguito predilige i soggetti in posa, sia che si tratti di persone, sia che rivolga l’obiettivo agli animali tema, a metà degli anni Novanta, di una straordinaria serie in cui rivive l’approccio catalogatorio della #fotografia ottocentesca.
Fra la metà degli anni Novanta e l’inizio nel nuovo millennio Burkhard si cimenta in fotografie di paesaggi urbani e naturali, riprodotti in grande formato e caratterizzati dal bianco e nero vellutato che è la cifra di gran parte della sua opera. Attraverso le proprie fotografie Burkhard sembra cercare una formula in cui racchiudere tutte le manifestazioni sia umane che naturali: le rocce e le onde assumono connotazioni sensuali, nei deserti si riconoscono regolarità architettoniche; le riprese aeree di megalopoli – Tokyo, Chicago, Città del Messico – conferiscono alle città l’aspetto di organismi che si estendono a perdita d’occhio. La dimensione delle immagini ne sottolinea il significato emotivo anziché documentario, mentre il bianco e nero dai toni sfumati dona ad esse carattere quasi tattile. Non siamo dunque di fronte a semplici immagini, ma a una concezione della #fotografia totalmente nuova che trova nei grandi e versatili spazi del MASI il proprio contesto ideale.
Catalogo
In occasione della #mostra è stata realizzata una pubblicazione in inglese, tedesco e italiano (Steidl Verlag). Il volume presenta un ricco corredo iconografico e comprende contributi di studiosi e testimonianze di amici dell’artista, che permettono di ripercorre la carriera e la parabola umana di Balthasar Burkard.
MASI Lugano
Il #museo d’arte della Svizzera italiana, #lugano rappresenta il punto di arrivo di una profonda revisione delle politiche culturali che ha portato all’unificazione del #museo Cantonale d’Arte e del #museo d’Arte di #lugano in una sola istituzione. Il #museo ha due sedi: al LAC sono proposti diversi allestimenti volti ad approfondire l’arte del Novecento e contemporanea e le sue collezioni, a Palazzo Reali (temporaneamente chiuso per lavori di ristrutturazione) l’attività si concentra sulla storia dell’arte del territorio e sulla valorizzazione di nuclei specifici delle collezioni. Partner principale del MASI #lugano è Credit Suisse, che conferma il suo storico impegno in favore dell’arte a #lugano.
LAC #lugano Arte e Cultura Piazza Bernardino Luini 6 CH - 6901 Lugano
Orari
Martedì - domenica: 10:00 – 18:00 Giovedì aperto fino alle 20:00 Lunedì chiuso
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