Cookie Consent by Free Privacy Policy website Pirelli HangarBicocca presenta la mostra 'Lucio Fontana Ambienti/Environments'
settembre 06, 2017 - Hangar Bicocca

Pirelli HangarBicocca presenta la mostra 'Lucio Fontana Ambienti/Environments'

Lucio Fontana, universalmente riconosciuto come figura chiave della storia dell’arte del ‘900, per quasi vent’anni porta avanti lo studio e la produzione degli Ambienti spaziali, stanze, corridoi o labirinti percorribili, quasi sempre distrutti al termine dell’esposizione, formati da materiali innovativi per l’epoca – vernici fluorescenti, luci al neon e luci di Wood – e da elementi strutturali, come pavimenti instabili o a pianta ondulata, che pongono il visitatore al centro dell’opera. 

La #mostra “Ambienti/Environments” intende far luce su questo corpus di opere di importanza storica, ma ancora poco noto al grande pubblico, che mette ulteriormente in rilievo la forza dirompente e precorritrice della ricerca di Fontana rivolta al superamento della seconda e terza dimensione. 


Gli Ambienti spaziali sono infatti considerati l’esito più innovativo delle teorie sullo spazio enunciate da #luciofontana già nel 1946 nel Manifiesto Blanco e nei successivi manifesti in cui egli enuncia una nuova rappresentazione visiva, legata alle dimensioni di tempo e spazio, che prevede il superamento della tela e dei materiali scultorei classici e l’utilizzo, dall’altra parte, delle risorse tecnologiche moderne per creare “forme artificiali, arcobaleni di meraviglia, scritte luminose” (L. Fontana, Spaziali, 1947 in #luciofontana, Manifesti scritti interviste, a cura di Angela Sanna, #milano, 2015). Tali teorie portano alla nascita dello Spazialismo, movimento artistico sviluppatosi tra Argentina e Italia alla fine degli anni ’40, di cui Fontana è iniziatore e principale esponente, e trovano rappresentazione concreta in alcune delle opere più conosciute dell’artista, come i Concetti Spaziali, i cosiddetti “Buchi” e “Tagli”, ma soprattutto negli Ambienti spaziali, considerati dall’artista l’esito più sperimentale e innovativo delle sue ricerche. 

Il percorso espositivo presenta, in un contesto depotenziato di luce, diverse stanze indipendenti e isolate, che contengono al loro interno le ricostruzioni degli ambienti. Tale allestimento, inedito per il vasto spazio delle Navate di Pirelli #hangarbicocca, permette al pubblico di scoprire opera per opera la #mostra e offre l’opportunità di osservare, percorrere e abitare questi lavori ambientali di Fontana, cogliendone l’importanza storica e la meravigliosa potenza iconica ed estetica che li rende ancora oggi fortemente innovativi e contemporanei. 

La #mostra si apre con la Struttura al Neon per la IX Triennale di #milano (1951), opera concepita da Fontana come apparato decorativo per la IX Triennale di #milano. Il grande neon, un arabesco fluorescente di circa cento metri, appeso all’ingresso dello spazio espositivo, introduce alla sequenza cronologica degli ambienti, a iniziare dal primo realizzato dall’artista, Ambiente spaziale a luce nera (1948-1949), presentato presso la Galleria del Naviglio a #milano nel 1949. Una stanza illuminata dalla luce di Wood con una scultura astratta dipinta con colori fluorescenti appesa al centro. L’opera, modello ripreso, modificato e articolato in numerosi ambienti successivi seguendo le sue caratteristiche principali, rappresenta il superamento dell’idea di dipinto e di scultura. Lo spazio circostante e la presenza dello spettatore sono inclusi come elementi centrali dell’opera: “la sala tutta nera, la luce di Wood, col colore fluorescente che dava questo senso di vuoto, un senso, una materia completamente nuovi per il pubblico” (L. Fontana in Autoritratto, Carla Lonzi, et al./edizioni, #milano, 2010). 

Deve trascorrere più di un decennio dalla presentazione del primo “Ambiente Spaziale” del 1948-49, considerato troppo sperimentale e non compreso dalla critica dell’epoca, quando nel 1964, in occasione della XIII Triennale di #milano, #luciofontana viene invitato a creare due corridoi, denominati Utopie e realizzati in collaborazione con l’artista e architetto Nanda Vigo. Essi si presentano in Pirelli #hangarbicocca come due ambienti, uno nero con una parete incurvata e con una serie di fori da cui filtra luce al neon verde, e l’altro, ricostruito per la prima volta, contraddistinto da muri e soffitti ricoperti di tappezzeria rossa metallica, da lastre in vetro “Quadrionda” e da tubi al neon rossi. 

Attraverso questi due lavori emerge la centralità dell’esperienza percettiva del visitatore, aspetto che Fontana sviluppa anche nell’ambiente presentato per la prima e unica grande #mostra personale in un museo americano, il Walker Art Center di Minneapolis, nel 1966. Per accedere a questo Ambiente spaziale, mai riallestito fino a ora, il visitatore, in Pirelli #hangarbicocca, attraversa un tunnel ribassato e con pavimento inclinato, per raggiungere l’interno, dove si ritrova in una stanza delimitata da pareti forate da cui filtra la luce al neon e da un pavimento instabile di gomma morbida. 

Se in questi ambienti, che si presentano come rielaborazioni di Ambiente spaziale a luce nera, Fontana utilizza giochi ottici e oscurità per produrre spaesamento nell’osservatore, in altri impiega strutture labirintiche e luci colorate al neon per alterare lo spazio e l’esperienza del pubblico, come avviene nei tre ambienti successivi, tutti ricostruiti per la prima volta e originariamente concepiti per il tour europeo della #mostra americana e presentati nel 1967 allo Stedelijk Museum di Amsterdam e successivamente al Van Abbemuseum di Eindhoven. In Ambiente spaziale Fontana reintroduce l’elemento scultoreo, già presente nell’ Ambiente spaziale a luce nera del 1949, ma rielabora le sue forme realizzando una sagoma in legno dipinta di nero e con i contorni bianco fluorescente che riecheggiava la serie dei “Teatrini”, sue opere di poco precedenti e di eco vagamente Pop. In Ambiente spaziale con neon un tubo rosso al neon è sospeso al soffitto della stanza, rivestita di tessuto rosa, mentre Ambiente spaziale a luce rossa è composto da una serie di corridoi e strutturato come un labirinto, connotato da colori rossi fluorescenti e luci al neon. Successivamente i visitatori incontrano Ambiente spaziale, realizzato nello stesso anno in occasione della #mostra “Lo spazio dell’immagine” a Palazzo Trinci di Foligno. 

L’ultimo ambiente - concepito per Documenta nel 1968, anno della scomparsa dell’artista - Ambiente spaziale in Documenta 4, a Kassel è disposto a conclusione del percorso cronologico nelle Navate. Quest’opera si presenta come uno spazio labirintico, dipinto di bianco, che conduce a un grande taglio sul muro, unico segno lasciato da Fontana e che richiama i suoi “Tagli”, attestandone in qualche modo il loro superamento: dalla tela allo spazio stesso. 

La #mostra si conclude all’interno dello spazio del Cubo con Fonti di energia, soffitto di neon per “Italia 61”, a Torino, un’opera monumentale costituita da sette livelli di tubi di luce colorata al neon, progettata da Fontana a Torino nel 1961 per il padiglione Energie in occasione delle celebrazioni del centenario dell’Unità d’Italia. Sebbene non venga inteso dall’artista come un Ambiente spaziale, tuttavia può essere considerato un intervento ambientale che è in linea e talvolta precorre le ricerche artistiche statunitensi e europee sul rapporto tra oggetto e spazio e sull’esperienza del visitatore. 

In concomitanza con la #mostra sarà pubblicato il catalogo, edito da Mousse Publishing (novembre 2017), che presenta gli esiti più recenti della ricerca sul tema degli ambienti con un ampio apparato iconografico, con i contributi testuali di Luca Massimo Barbero, Paolo Campiglio, Enrico Crispolti, Barbara Ferriani, Jennifer Josten, Orietta Lanzarini, Marina Pugliese, Anne Rana, Giovanni Rubino e Maria Villa. 

Lucio Fontana 

Ambienti/Environments 

A cura di Marina Pugliese, Barbara Ferriani
e Vicente Todolí
In collaborazione con Fondazione Lucio Fontana 

Dal 21 settembre 2017 al 25 febbraio 2018
Anteprima e conferenza stampa: 19 settembre 2017, ore 10.00-14.00 Opening: 20 settembre 2017, ore 19.00 

Via Chiese 2, Milano 

Giovedì-domenica, ore 10.00-22.00