È passato meno di un anno da quando mr Wang Shi, presidente della prestigiosa società immobiliare China Vanke Co, alla presenza del Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, del Console generale della Cina, Liao Juhua e del Commissario unico di Expo 2015, Giuseppe Sala, ha svelato i rendering del suo padiglione.Con un giro d’affari di 2,3 miliardi di dollari, Vanke è la prima società immobiliare cinese e tra le principali al mondo. Quotata alla borsa di Shenzen, gestisce oltre mezzo milione di unità abitative fornendo servizi per 1,5 milioni di persone. Fondata nel 1984 su principi di etica, trasparenza e competenza operativa, grazie alle sue eccellenti performance aziendali è stata insignita per otto anni consecutivi del “China’s Most Respected Companies”. Non è dunque un caso se lo scorso 4 marzo quello di Vanke sia stato il primo padiglione a essere ufficialmente consegnato a Expo 2015. Il traguardo è stato tagliato dopo 10 mesi di lavoro all’interno di un cantiere dove, accanto alla bandiera della Repubblica Popolare, sventola a buon diritto e con orgoglio quella italiana: grazie a Casalgrande Padana un avveniristico involucro in grès porcellanato ha tradotto in fattibilità una figura architettonica tra le più complesse da realizzare dell’intero Expo.
IL PROGETTO Curato dallo studio di Daniel Libeskind, con allestimento degli interni di Ralph Appelbaum Associates, sorge in posizione strategica poco distante dal Lake Arena e da Palazzo Italia, imponendosi per la forte carica figurativa che, attraverso l’organica plasticità dell’involucro parametrico, richiama l’attenzione sulle questioni chiave proposte dal tema di Expo 2015 (Nutrire il pianeta), sviluppando il tema “building community through food” attraverso la rivisitazione di un tradizionale Shitang: la sala da pranzo comunitaria cinese.
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