Cookie Consent by Free Privacy Policy website Jenny Holzer War Paintings - Museo Correr Sala delle Quattro Porte
maggio 07, 2015 - Mu.Ve

Jenny Holzer War Paintings - Museo Correr Sala delle Quattro Porte

In collaborazione con la Written Art Foundation di Francoforte, la Fondazione Musei Civici di #venezia promuove una #mostra di dipinti dell’artista concettuale americana #jennyholzer, evento collaterale della 56. Biennale di #venezia. Le opere esposte al Museo Correr sono selezionate tra i dipinti di guerra realizzati dall’artista nel corso di dieci anni, con un significativo mutamento di approccio rispetto ai LED luminosi per i quali #jennyholzer è più conosciuta. La #mostra, curata da Thomas Kellein, con la direzione scientifica di Gabriella Belli, è accompagnata da un catalogo prodotto in collaborazione con l’artista. Come punto di partenza l’esposizione si basa su documenti desecretati e altro materiale riservato del governo degli Stati Uniti riguardante la guerra globale al terrorismo seguita all’11 settembre 2001, come pure le operazioni militari USA in Afghanistan e in Iraq. I lavori della Holzer sono ricavati da appunti, mappe, comunicati, registrazioni di interrogatori, referti di autopsie e scritti autografi dei detenuti, pesantemente censurati prima di essere resi pubblici. La trasformazione dei documenti in disarmanti quadri serigrafati e dipinti a olio su lino (in dimensioni moltiplicate rispetto agli originali) invita il visitatore sia a leggere che a guardare. Alcuni critici hanno paragonato i dipinti di #jennyholzer alle prime opere di Andy Warhol della serie Death and Disaster (1960), come pure a quelle del suprematista russo Kazimir Malevich, all’espressionismo astratto, alla “scrittura di polvere” della calligrafia araba, e anche ai manifesti stradali anonimi con i quali ha iniziato la sua carriera, nella speranza che possano provocare una discussione attenta e un vivace dibattito pubblico. Holzer ha spiegato così la sua decisione di iniziare a dipingere queste opere dieci anni fa, in un’intervista rilasciata a Stuart Jeffries del “Guardian”: “Ho voluto metterci tempo e cura. Volevo che questo lavoro fosse un indicatore di sincerità e attenzione. Volevo che fosse umano”. Aggiungendo che, anche se lei sente che “il materiale parla da sé… avere una situazione nella quale la tortura appare una cosa normale non è, credo, una cosa positiva”. Il lavoro di #jennyholzer è stato presentato per la prima volta a #venezia nell’ambito della partecipazione degli Stati Uniti alla 44. Biennale, nel 1990, dove è stato premiato con il Leone d’oro. In seguito si sono tenute cinque serate di proiezioni alla Fondazione Giorgio Cini sull’Isola di San Giorgio Maggiore nel 1999; e nel 2003 altre proiezioni sono state realizzate sulle facciate del Palazzo Corner e della Collezione Peggy Guggenheim sul Canal Grande. Tre Benches di #jennyholzer fanno parte della raccolta permanente della Collezione Guggenheim, dove sono visibili in giardino. L’artista vive e lavora a New York.

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