Cookie Consent by Free Privacy Policy website Gabriele Basilico Ritorni a Beirut_Back to Beirut
luglio 05, 2023 - maria chiara salvanelli

Gabriele Basilico Ritorni a Beirut_Back to Beirut

Ad #alessandria si inaugura il 16 giugno la #mostra GABRIELE BASILICO/Ritorni a Beirut_Back to Beirut presso le Sale d’Arte in via Machiavelli 13. L’esposizione voluta dall’Amministrazione Comunale di #alessandria, è organizzata dall’Azienda Speciale Multiservizi Costruire Insieme in collaborazione e con la cura di Giovanna Calvenzi dell’Archivio #gabrielebasilico e Christian Caujolle, direttore artistico .

Sale d’Arte Via Machiavelli 13 #alessandria Orario: da giovedì a domenica 15,00 - 19,00

Archivio #gabrielebasilico Presentazione

La #mostra presenta il lavoro realizzato da #gabrielebasilico durante quattro missioni fotografiche a Beirut nel 1991, 2003, 2008 e 2011. È una #mostra che viene proposta per la prima volta in #italia e che vuole ricordare la relazione profonda e appassionata che ha legato #gabrielebasilico alla città libanese che nel corso degli anni è diventata anche uno dei cardini centrali del suo impegno con la fotografia. Questo il sintetico riassunto delle quattro missioni. Nel 1991 la scrittrice libanese Dominique Eddé, per incarico della Fondazione Hariri, invita un gruppo internazionale di fotografi a documentare l’area centrale della città di Beirut, straziata da una guerra durata quindici anni, prima della sua ricostruzione. Al progetto partecipano #gabrielebasilico, René Burri, Raymond Depardon, Fouad Elkoury, Robert Frank e Josef Koudelka. Nel 2003 Stefano Boeri, direttore della rivista di architettura “Domus”, propone a #gabrielebasilico di documentare la ricostruzione della città, non per selezione di singole architetture ma per vedute urbane corrispondenti alle riprese fotografiche realizzate nel 1991. Nel 2008 #gabrielebasilico è a Beirut per la presentazione di una sua #mostra al Planet Discovery Center. Continua a fotografare la città, a documentarne la ricostruzione, questa volta senza uno specifico incarico e allontanandosi anche dal centro storico. La Fondazione Hariri decide nel 2009 di lanciare una seconda missione di documentazione fotografica collettiva con l’obiettivo di creare un archivio visivo che testimoni lo sviluppo della città. Invita quindi Fouad Elkoury (presente nel 1991 e che coordina la nuova missione), Klavdij Sluban, Robert Polidori e #gabrielebasilico, che lavorerà a Beirut nel 2011. Lo stesso Basilico ha scritto nel 2003: “La pratica del ritornare crea una singolare disposizione sentimentale: come l’attesa per un appuntamento desiderato, un risvegliarsi della memoria per luoghi, oggetti, persone, come se si riaccendesse il motore di una macchina ferma da tempo. Per Beirut è stato anche di più”.

Beirut 1991* Nel 1991 sono stato coinvolto dalla scrittrice libanese Dominique Eddé in un progetto che aveva come obiettivo la documentazione fotografica dell’area centrale della città di Beirut. Il lavoro era stato pensato per un gruppo di fotografi le cui esperienze si sarebbero liberamente incrociate. Mi sono trovato a lavorare accanto a Raymond Depardon, René Burri, Josef Koudelka, Fouad Elkoury e Robert Frank. Le necessità della committenza garantivano il più ampio grado di libertà: a nessuno era stato assegnato un compito specifico né tanto meno una porzione di territorio sulla quale operare. Solo l’area topografica era stata individuata ed era la stessa per tutti, corrispondente alla parte centrale della città, limitata a nord dal mare, a sud dalla tangenziale chiamata Ring, a est dal quartiere cristiano, e a ovest da un quartiere “misto”. Non si trattava di realizzare un reportage o di produrre un inventario, bensì di comporre uno “stato delle cose”, un’esperienza diretta del luogo affidata a una libera e personale interpretazione, in un momento delicatissimo e irripetibile della storia di Beirut: la fine, nel 1990, di un’estenuante guerra iniziata quindici anni prima (13 aprile 1975), e l’attesa di una ricostruzione annunciata. Una guerra assurda, spietata, perversamente giocata sulla ricomposizione degli schieramenti. Una guerra logorante, combattuta con armi medie e leggere, che ha distrutto centinaia di migliaia di vite umane e devastato il centro della città: in un’area di un chilometro per un chilometro e mezzo si è sparato senza sosta, nelle strade, dalle finestre, dai tetti, fin nei luoghi più sacri e privati, come dimostravano i bossoli di differenti calibri di proiettili che si trovavano ancora negli angoli più impensati. Alla fotografia veniva affidato il compito civile di contribuire, con la testimonianza della follia umana, alla costruzione della memoria storica. Abbiamo lavorato tutti nel periodo compreso fra l’ottobre e il dicembre 1991. #gabrielebasilico *Il testo “Beirut 1991” è stato pubblicato in Basilico/Beirut, La Chambre Claire, Paris 1994.

Biografia #gabrielebasilico (1944-2013) nasce a Milano e inizia a fotografare alla fine degli anni ’60, ancora studente di architettura. Predilige la fotografia di indagine sociale. La sua prima #mostra è nel 1970, “Glasgow. Processo di trasformazione di una città”. Il suo primo libro è del 1980, uno studio sul fenomeno delle sale da ballo, Dancing in Emilia. Dal 1978 lavora al censimento delle realtà industriali milanesi, che diventerà Milano. Ritratti di fabbriche, pubblicato nel 1981 ed esposto al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano nel 1983. Le trasformazioni del paesaggio contemporaneo, la forma e l’identità delle città e delle metropoli, diventeranno in breve i suoi ambiti di ricerca privilegiati. Nel 1984 partecipa alla Mission Photographique de la D.A.T.A.R., voluta dal governo francese per documentare le trasformazioni del territorio nazionale. Nel 1991 partecipa a una missione collettiva di documentazione della città di Beirut al termine della guerra civile durata quindici anni. A Beirut tornerà altre tre volte: nel 2003, nel 2008 e nel 2011. Acquisisce quindi una notorietà internazionale che gli consente, spesso in collaborazione con istituzioni pubbliche italiane e straniere, di realizzare campagne fotografiche sui temi del paesaggio urbano e della trasformazione delle città. Nel 2006 partecipa a un importante progetto collettivo voluto dalla Camera di Commercio di #alessandria in collaborazione con la Provincia di #alessandria dal titolo “Monferrato, terra senza confini”. Nel 2007 è invitato alla LII Biennale di Venezia dove presenta fotografie a colori della serie Beirut 1991. Nello stesso anno realizza una campagna fotografica sulla Silicon Valley su incarico del San Francisco Museum of Modern Art. Nel 2008 realizza una ricerca sulla città di Roma, presentata al Palazzo delle Esposizioni con il libro Roma 2007. Dello stesso anno è una ricerca sulla trasformazione della città di Mosca vista dalle sette “torri staliniane”, pubblicata in Mosca verticale. La sua ricerca si allarga alle grandi metropoli del mondo e nel 2010-2011 lavora su Istanbul, Shanghai, Rio de Janeiro. Nel 2012 partecipa alla XIII #mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia con il progetto Common Pavilions. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni private e pubbliche internazionali. www.archiviogabrielebasilico.it