Cookie Consent by Free Privacy Policy website XXI Triennale 2016. 21st Century. Design After Design. Il design nella globalizzazione
marzo 14, 2016 - Triennale

XXI Triennale 2016. 21st Century. Design After Design. Il design nella globalizzazione

XXI #triennale 2016. 21st Century. #design After #design. Il #design nella globalizzazione.
Gli ultimi decenni fra il XX e il XXI Secolo hanno visto una progressiva diffusione del #design come strumento per qualificare l'offerta in un mercato mondiale in progressiva crescita. Il ruolo e lo status dei designer ha acquisito sempre maggiore riconoscimento sia fuori che all'interno delle grandi imprese e nell'opinione pubblica grazie alla rilevanza dei servizi offerti. Ciò ancora di più nelle aziende design-driven, ovvero nelle aziende che hanno fatto del progetto un elemento essenziale dei fattori competitivi della loro offerta.
Il sistema formativo ha assecondato lo sviluppo del mercato con l'istituzione di università e scuole di #design in tutto il mondo, in particolare nelle nuove economie, contribuendo all'affermazione della professione di designer, la più diffusa al mondo fra le professioni creative, con centinaia di migliaia di giovani professionisti.
L'esito di questo processo di trasformazione, che ha coinciso con la divisione dei ruoli fra il mondo che progetta (l'Occidente) e quello che produce (l'Oriente), se da un lato ha coinciso con la democratizzazione della funzione del designer dall'altra ha portato ad un mercato invaso da prodotti globali che ne hanno omogeneizzato il gusto.

La crisi e il XXI Secolo.
La crescita internazionale della fine del XX Secolo ha conosciuto una forte interruzione con la crisi del 2008. Il tracollo della finanza americana e europea ha messo in discussione la divisione dei ruoli e del lavoro precedenti.
Sotto la pressione della concorrenza internazionale l'intero sistema produttivo si è trovato, e si trova tuttora, di fronte all'urgenza di rinnovare continuamente il proprio catalogo, la propria offerta merceologica, i servizi, l'aggiornamento tecnologico e tipologico.
La delega alle imprese del Far East per le attività di tipo manifatturiero hanno dimostrato limiti evidenti sul piano economico (chi non produce tende a perdere capacità innovativa) e su quello sociale (chi non produce privilegia un approccio consumistico alle merci) mentre cresce il valore dell'energia dell'innovazione che il #design, la creatività e la ricerca tecnologica possono fornire.
Infatti, il #design ha, per la prima volta, acquisito un ruolo strategico all'interno dell'economia mondiale.
Non più destinato a un mercato di elite, il #design si trova oggi al centro di un fenomeno espansivo di tipo nuovo.
Proprio la crisi economico-finanziaria di questi ultimi cinque anni ha fatto da detonatore rispetto a una serie di istanze che segnano altrettanti momenti di rottura rispetto al passato:
una rivalutazione del fare come parte integrante della dimensione creativa;
un ripensamento delle regole che definiscono il tema della proprietà intellettuale con il riconoscimento del maggior valore verso logiche di open source;
l'emergere di un consumo più consapevole e selettivo grazie all'uso della rete, anche come strumento di informazione e partecipazione all'interno di comunità;
il recupero della territorialità e della tradizione locale (heritage) come elemento distintivo delle merci, sia nell'ambito dei beni di lusso che in quelli più accessibili.


La città e il futuro
La città contemporanea trova grandi difficoltà ad accogliere e stabilizzare il continuo mutare delle funzioni e delle attività prodotte dall'economia creativa; per questo il rapporto tra metropoli e #design è profondamente cambiato.
L'universo oggettuale, con la sua natura molecolare, ha la capacità di penetrare negli spazi interstiziali dell'habitat umano, migliorandone il rapporto culturale e funzionale con il proprio utente.
La città contemporanea, frammento di un territorio che "non ha più un esterno" è divenuta di fatto un grande aggregato di "spazi interni" connessi in rete, dove le tradizionali tipologie funzionali non possono essere più riconosciute né stabilizzate.
La città, i saperi di cui è composta, diventa il centro delle relazioni e del progetto.
La progettazione diventa sempre più trasversale e i nuovi confini disciplinari tra #architettura, urbanistica, #design, paesaggio, comunicazione, arti visive, etc, rappresentano la condizione della progettazione nell'orizzonte del XXI Secolo.
Se la produzione di oggetti e servizi sta riflettendo su come rispondere alla crisi del modello basata sul consumo degli oggetti, il progetto di quelle modifiche dell’ambiente fisico legate un sito specifico - l’architettura, il disegno urbano, il progetto di paesaggio e quello delle infrastrutture – si confrontano di nuovo con il problema della durata e del cambiamento di ruolo nel tempo dei manufatti da essi generati.


Design After #design.
L'affermarsi delle nuove tecnologie della comunicazione, la sensibile riduzione dei loro costi (in prospettiva sempre di più), la crescita della mobilità individuale, la presenza di una lingua comune, la necessità di trovare uno sbocco produttivo all'ansia progettuale, la presenza di un mercato alternativo grazie alla rete, permettono ai progettisti di sperimentare essi stessi, liberi dai vincoli produttivi, le soluzioni più audaci e innovative di cui sono portatori.
In questo quadro la ricerca non è più una pratica solitaria, o una pratica bi-direzionale tra designer e committente, ma un'attività circolare, fra competenze e culture diverse, non necessariamente tutte in ambito produttivo e tecnico, tra arte, scienza, filosofia, tecnologia e #design, il cui esito non è solamente un prodotto o un oggetto da produrre.
È importante, perciò, affrontare i cambiamenti che coinvolgono l'idea stessa di progettualità.
Si può considerare il doppio significato del termine "after" per la valutazione del prossimo futuro: un "dopo", ossia una progettualità in quanto fatto posteriore o susseguente al Novecento, oppure 'nonostante' ossia una progettualità che si fa largo, in via antagonista, a dispetto del persistere di condizioni ascrivibili al secolo precedente.
Così come va anche considerata una nuova "drammaturgia" del progetto che consiste soprattutto nella sua capacità di confrontarsi con i temi antropologici che la modernità classica ha escluso dalle sue competenze, come la morte, il sacro, l'eros, il destino, le tradizioni, la storia; un #design dunque che abbandona la ricerca di costante cambiamento di prodotti e trend al servizio del mercato e che vuole intendersi come opposto dell'effimero.
In questo ambito si affrontano in modo nuovo alcuni nodi che accompagnano da sempre il mondo del progetto: la proprietà intellettuale e il copyright, la formazione e la didattica, la città e l'ambiente, la professione e le tecnologie.


Le domande cui rispondere.
Come cambia in questo contesto la figura del designer?
Come mettere a fuoco il complesso ecosistema che emerge dal confronto fra logiche tipiche della produzione di massa e le nuove forme di organizzazione post-fordista?
Come descrivere il profilo del progettista rispetto al legame sempre più stretto con forme di innovazione sociale attenta alle comunità, ai territori e alle culture locali?
Quali cose, quali città, quali comunità, vogliamo lasciare ai nostri successori?
What #design after design?
Why #design after design?
Where #design after design?
When #design after design?


La #triennale di #milano e la XXI Esposizione Internazionale.
XXI Century. #design After #design
La diffusione delle capacità progettuali nei diversi paesi del mondo (dall'Europa, all'America, all'Asia, all'Africa) e lo sviluppo di un mercato globale; il carattere sempre più trasversale della progettazione e l'indebolimento dei confini disciplinari tra #design, #architettura, comunicazione, paesaggio, arti visive, etc; le nuove relazioni tra le diverse competenze saranno i temi principali della Esposizione Internazionale. Il Palazzo dell'Arte, sede della #triennale di #milano, diventerà per cinque mesi l'epicentro delle manifestazioni multidisciplinari della XXI Esposizione Internazionale del 2016 che coinvolgeranno tutta la città di #milano fino a Monza, sede delle prime Mostre Internazionali.
Le partecipazioni, straniere e italiane, non saranno limitate agli Stati, bensì aperte alle città e alle regioni, alle università e alle scuole, ai giovani professionisti e alle imprese.
Nel calendario ci sarà un programma di iniziative dedicate a: mostre, convegni, conferenze, spettacoli, attività di formazione, workshop, summer school, etc.
Ogni sede (Triennale di #milano, Fabbrica del Vapore, Hangar Bicocca, IULM, Politecnico di #milano, Museo delle Culture, Villa Reale di Monza) avrà uno specifico curatore per una #mostra tematica.
La dimensione di una "Triennale" diffusa potrà essere l'occasione per sperimentare modalità espositive nuove, come un grande laboratorio di riflessione e di elaborazione narrativa. La componente "progetto" dovrà essere presente non come soluzione dei problemi, ma come rappresentazione "drammaturgica" di una realtà non conosciuta.
L’ approccio multidisciplinare, tra #design e #architettura, arte e tecnologie, antropologia e spettacolarità, consentirà di esprimere linguaggi espressivi nuovi e coinvolgenti tutti i soggetti partecipanti in rapporto con i visitatori.
I visitatori saranno stimolati a partecipare a performance, a essere protagonisti, poiché nel complesso delle manifestazioni che saranno organizzate la #triennale punterà a sviluppare le iniziative di gruppi di ricerca, associazioni e "tribù", scuole e atelier.
Intendiamo quindi il #design come motore di nuove economie, di innovazioni logistiche, di nuovi servizi individuali e collettivi, che ha acquistato un ruolo strategico nell'epoca della globalizzazione.

XXI #triennale
International Exhibition 2016
2 Aprile — 12 Settembre
www.21triennale.org